” Frettolose certe critiche al Papa”: lo dice in questa intervista che ci ha rilasciato Marco Invernizzi, autorevole e stimato reggente di Alleanza Cattolica, in merito alla recente Enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”.
Invernizzi. Qualche commentatore ha sostenuto che Papa Francesco, sul tema immigrazione, si sia discostato ed anzi abbia cambiato il precedente Magistero di Benedetto XVI…
” Certe critiche al Papa sono frettolose. Io capisco i giornalisti che ricevono dalle loro testate il compito di scrivere un pezzo a tambur battente e ricavare subito un titolo strong. Ma sfido tanti di loro a riconoscere e dichiareare di aver letto per intero l’ enclica che è lunga”.
Veniamo al punto immigrazione..
“Non vedo significativi cambiamenti rispetto a prima. Il Papa dice entrambe le cose ed è coerente con la dottrina sociale della Chiesa . Magari enfatizza il diritto ad emigrare, tuttavia da sempre la Chiesa ha riconosciuto che esiste un diritto a rimanere nella propria Patria, tuttavia se esistono guerre e fame, se le condizioni diventano insostenibili, matura un diritto ad emigrare. Lo ha detto persino Giovanni Paolo II”.
Che tipo di Enciclica è questa?
” Direi che pensiero le sottende. Non è populista, ma popolare, secondo la filosofia dell’America Latina. Non possiamo capire questo Papa se rimaniamo bloccati nel modo di pensare europeo. Bisogna fare uno sforzo. Bergoglio incarna l’anima latino american0. E’ una cultura diversa dalla nostra”.
Insomma non cancella Ratzinger come sostenuto…
” E’ una idiziozia affermare questo, una bugia. La Chiesa è una realtà complessa con sensibilità diverse, con sfumature distinte che vanno accettate senza drammatizzazioni e sono della idea che un certo tradizionalismo spinto e perennemente critico, alla fine diventa relativismo. L’ atteggiamento vero del cattolico sul Magistero del Papa non è di perenne giudizio. Il cattolico ha il dovere di diffondere il Magistero accettandolo, sapendo che Cristo assicura assistenza alla sua Chiesa. Non sostengo che tutto quello che è contenuto nella enciclica sia perfetto, probabilmente alcune parti potevano essere più precise e scritte meglio. Ma il discorso è come quello del parroco della nostra chiesa. Lo abbiamo e lo dobbiamo tenere, senza criticarlo a tutti i costi, senza mugugnare. Semmai è utile aiutarlo e pregare per lui”.
Bruno Volpe