Ti è piaciuto? Condividi!

Katholisch.de, il portale internet della Chiesa cattolica in Germania che collabora con le 27 diocesi tedesche e altre istituzioni ecclesiastiche ha sdoganato i tatuaggi e lo ha fatto nel modo peggiore.

Attraverso un articolo dal titolo “Tätowierungen: ‘Untilgbare Prägemale’ mit tiefer Bedeutung”, il portale tedesco ha tentato di spiegare il “profondo significato” dei tatuaggi e il perché sono uniti alla religione, perché c’è una stretta connessione tra tatuaggi e credenze

Per fare questo hanno intervistato il teologo Paul-Henri Campbell, autore del libro “Tattoo & Religion”.

Campbell ha spiegato che insieme ad un tatuatore gli è nata l’idea di scrivere qualcosa sull’ “iconografia cristiana dei tatuaggi”, intervistando tatuatori, storici dell’arte, religiosi.

Paul-Henri Campbell, classe 1982, nato a Boston (Stati Uniti) lavora per l’educazione degli adulti nella diocesi di Limburg, ma è anche uno scrittore e un poeta. Nell’intervista ha ricordato che l’ apostolo Paolo, nella sua lettera ai Galati, rivolgendosi direttamente alla chiesa dice: “Porto sul mio corpo i segni della sofferenza di Gesù”. Ed ha avuto l’ardore di sostenere la parola greca è “stigma” , tradotto letteralmente come “segni maligni” e non, come già interpretato teologicamente nella traduzione della Bibbia, segni di sofferenza. Nella parola si riconosce la radice indoeuropea per l’espressione “puntura” o “cucitura”. Facendo sottintendere, quindi, che avesse un tatuaggio sul suo corpo.

Campbell ha sostenuto che i tatuaggi hanno accompagnato il cristianesimo nei secoli. Hanno persino una tradizione più lunga del cristianesimo, più lunga, ha detto acidamente, “della messa tridentina”.

Il teologo ha ricordato che anche i crociati si erano tatuati per portare i segni cristiani. Ma onestamente ha ricordato che in quel tempo non era così facile portare con sé carta o altri oggetti. Il corpo era il mezzo più stabile per rappresentare i segni della cristianità.

Alla domanda sul se i tatuaggi erano comuni nel Medioevo Campbell ha ammesso che non ci sono informazioni sufficienti per fare dichiarazioni sistematiche a riguardo. Tuttavia ha azzardato un’ipotesi. “Frammenti di pelle, teschi, persino ossicini sono stati dichiarati reliquie. Paramenti liturgici, vetrate colorate, affreschi raccontano la storia collettiva. Argilla, oliatura, mortificazione, abluzione e circoncisione erano al centro delle tecniche religiose per alterare il corpo. Quindi, perché non dare per scontato che in quei tempi i tatuaggi, con la loro speciale funzione di disegno, davano al corpo un’espressione speciale?”

Campbell ha spiegato che i tatuaggi sono diventati un fenomeno di massa negli ultimi decenni. “Questa popolarità ha molte ragioni, ovviamente. Per prima cosa, certi modelli. Internet e Tv hanno divulgato i tatuaggi. In secondo luogo, i tatuaggi sono molto facili da ottenere. Non c’è bisogno di andare in luoghi particolari. Esistono tatuatori in tutti i principali centri storici.

Campbell ha ricordato che i tatuaggi “religiosi” più richiesti sono “le mani che pregano, il nome di battesimo, i rosari o i versetti della Bibbia. Ci sono anche tradizioni cristiane, come in Egitto o in Eritrea, dove il tatuaggio è parte integrante della vita di fede.

Ma cosa dice, davvero la Bibbia sui tatuaggi?

Per esempio Levitico 19,28 è molto chiaro: “Non vi farete incisioni sul corpo per un defunto, né vi farete segni di tatuaggio. Io sono il Signore”. Inoltre considerando che i tatuaggi possono essere legati a pratiche magiche, superstiziose, ad associazioni segrete più o meno esoteriche e a costumi trasgressivi, si possono esprimere serie perplessità morali sulla moda crescente dei tatuaggi, in base al buon senso e al senso cristiano.

“Le riserve si possono ricondurre a tre ragioni fondamentali. La prima ragione è che i tatuaggi possono costituire, specie se praticati senza le dovute cautele, un pericolo per la salute. La seconda ragione è che la moda attualmente in voga è spesso collegata a una cultura della trasgressione e a una tendenza alla esibizione provocatoria ed erotizzata del corpo indubbiamente problematiche per la morale cristiana. La terza ragione è che la cultura che ha incrementato l’attuale moda ha talora radici nell’esotorismo e perfino nel satanismo: un simbolo apparentemente innocuo proposto dalla cultura del tatuaggio potrebbe avere significati nascosti che un cristiano dovrebbe sicuramente aborrire, anche perché si tratta di segni sul corpo che rimangono e che non è facile cancellare. Quindi, se non si può condannare il tatuaggio di per sé, si deve comunque invitare alla cautela. La valutazione morale cambia a seconda del modo in cui il tatuaggio viene praticato, a seconda della parte del corpo in cui viene praticato, a seconda di quello che il tatuaggio può rappresentare e, infine e soprattutto, delle ragioni per cui si decide di praticarlo”, ha spiegato qualche tempo fa il teologo italiano don Gianni Cioli, docente di Teologia morale alla Facoltà teologica dell’Italia Centrale.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.