Dimostrare che Dio non è morto, ma è vivo ed è con noi. E’ questo il fulcro della storia raccontata dal regista Harold Cronk in 113 minuti di film, il suo “God’s not dead”, uscito da pochi giorni in sala in Italia, con anteprima al Cinema Adriano di Roma il 24 febbraio scorso grazie all’impegno della Dominus Production.
Il filone dei cosiddetti “film cristiani” in America ha una certa risonanza. E l’uscita di questo film in Italia, ovviamente, non poteva che uscire in sordina. Essere cattolici flimaker è poco radical, poco chic. Il film racconta della sfida accademica tra un professore di filosofia ferocemente ateo e una giovane matricola, Josh, fervente cristiano. L’acuto professor Radisson, difatti, al diniego del giovane di scrivere su un foglio le tre semplici parole “Dio è morto” lo invita a dimostrare in aula le prove empiriche dell’esistenza del Creatore, con i suoi colleghi di corso a giudicare la credibilità della sua esposizione. Chi la vincerà?
Ovviamente questa singolar tenzone provocherà al giovane studente non pochi problemi a livello accademico. Naturale. Ma lui, Josh (interpretato da un fresco Shane Harper) non si arrende. Sembrano intravedersi tra le immagini del film, e non poteva che essere così, le parole del romanzo da cui è tratto il film. “La vera fede non è cieca, è basata sulle evidenze. E c’è una quantità incredibile di prove che Dio non è morto”, così Rice Broocks nel suo “ God’s Not Dead: Evidence for God in an Age of Uncertainty’”che ricalca l’esperienza di vita del suo autore.
l film era uscito negli Stati Uniti nel 2014, incurante della critica avversa, aveva incassato 64 milioni di dollari; 8.5 solo nel primo week. Insomma…se si vuole si può parlare di Dio in tanti modi…e questo film ne è una prova. Certa.
Antonio Tarallo