“Incostituzionale tutela penale rinforzata per omosessuali e trans”: ne è convinto in questa intervista che ci ha rilasciato, il prof. Antonio Baldassarre, Presidente Emerito della Corte Costituzionale.
Professor Baldassarre: la Cei ha protestato contro il ddl Scalfarotto Zan in tema di omofobia e trans fobia. Trova giuste le lamentele?
“Le premetto che devo studiare a fondo il testo. Non ho ancora avuto tempo. Tuttavia, alcune considerazioni di principio si possono fare”.
I vescovi sostengono che vi è compressione del diritto costituzionale di libertà di opinione. Per esempio sarebbe discriminatorio dire che la sola famiglia è quella uomo-donna..
“Hanno ragione. Intanto, costituzione alla mano, la sola famiglia che merita questo titolo è quella basata sul matrimonio tra uomo e donna. La parola matrimonio viene da matrix che in latino significa utero. Sino a prova contraria l’ utero lo ha la donna. Nel nostro ordinamento, salvi reati, non esistono opinioni giuste o sbagliate e ciascuno ha diritto ad esprimere la sua. Pertanto non è lecito essere perseguiti per una valutazione o giudizio morale. Sarebbe appunto violazione dell’ art 21 della Costituzione”.
Un’altra ipotesi di violazione della Costituzione sarebbe qui dell’ art 3, perché determinerebbe una tutela penale rinforzata in base ad uno status…
“In effetti si avrebbe una disparità di trattamento con l’aggravante penale in base all’orientamento sessuale. Non è ammissibile e contrastante con la Costituzione. Inoltre la norma penale ha sempre valore generale ed astratto. Aggiungo che qui siamo anche nella vera irragionevolezza, come se ad esempio facessi una tutela a parte per chi ha i capelli rossi o verdi. E’ quanto diceva il mio maestro Crisafulli”.
Attualità. La Procura di Bergamo indaga sulla zona rossa ed eventuali responsabilità penali. Sono a suo parere della Regione o del Governo?
“Dipende prima di tutto se esiste un reato. Se sussiste occorre risalire alla data della pandemia dichiarata dall’ Oms mi pare il 30 Gennaio 2020. Se questi accadimenti sono avvenuti dopo il 30 Gennaio, dal 31 Gennaio sono toccava al Governo e non più alla Regione Lombardia. In poche parole dal 31 Gennaio era emergenza nazionale e non più regionale”.
Bruno Volpe