“Non ci sono parole. In questo momento il silenzio e la vicinanza sono le uniche due cose da fare”. Sono le parole di uno dei cappellani dell’ospedale Policlinico di Bari dove sono custodite le salme di ventitré dei ventisette deceduti ieri in seguito al drammatico scontro di due treni sulla linea Bari Nord tra Corato e Andria.
All’uscita dell’Istituto di medicina legale il frate cappuccino, che ha preferito rimanere anonimo, ha raccontato dello strazio dei parenti giunti al Policlinico per eseguire il riconoscimento delle vittime. “Dobbiamo pregare intensamente il Signore affinché conceda ai parenti delle vittime non tanto la rassegnazione ma la consolazione”.
I religiosi a cui è affidata l’assistenza spirituale del nosocomio barese stanno fin dalla prima mattina assistendo le famiglie colpite dalle perdite: “Noi cappellani – prosegue – siamo qui a disposizione delle famiglie cercando di offrire loro il nostro aiuto, anche solo con il silenzio e la presenza. Croce Rossa e Protezione civile stanno egregiamente portando conforto alla gente con un campo di prima accoglienza allestito nel Policlinico”. (SIR)