Lo scorso sette ottobre, in Polonia, si è tenuto, organizzato dai laici di “Solo Dios basta ed incoraggiato dalla locale Conferenza Episcopale, il Rosario al confine. Oltre un milione di fedeli cattolici polacchi si sono uniti in preghiera per il dono della pace e per dire di no al nichilismo. Ed è stato un successo, anche organizzativo, conferma della vitalità della fede in quella nazione. La Fede Quotidiana ha intervistato Macjej Bodasinski, uno degli organizzatori.
Signor Bodasinki, che dire dell’ esito della manifestazione?
“E’ stata una giornata particolare. Riunite in preghiera si sono ritrovate più persone di quelle contattate per web. Tutti hanno lavorato molto nella preparazione con grandi sforzi, vescovi, sacerdoti, parrocchie, anche nelle riunioni. Descrivo qualche avvenimento che conosco. Ma ce ne sono stati molti altri. In vari luoghi le persone sono state invitate a pranzo o a bere il the, un parroco ha cotto 250 litri di zuppa di piselli, minestra tipica della Polonia ( grochowa, ndr), un altro ha invitato tutti a cena. La Chiesa, pertanto, si è ritrovata come comunità non soltanto nella preghiera, ma anche nello stare insieme. Come i primi discepoli che si incontravano nello spezzare il pane condiviso”.
Ci dica…
“Nel mare polacco i pescatori hanno recitato il Rosario, i montanari al Sud, in costumi tradizionali sul fiume Dunajec, si è pregato il Rosario da aerei leggeri, nella laguna Wislany, al nord, ha partecipato l’equipaggio di una nave, altri fedeli erano sotto la pioggia. Si è pregato in ospedali, aeroporti, parrocchie. In tutto il Paese hanno preso in mano il Rosario, in onore di Maria”.
Qualche mezzo di informazione in Polonia ha attaccato la manifestazione, perchè?
“ Per qualcuno recitare il Rosario in pubblico riesce fastidioso. Forse perchè a loro piacerebbe vivere in un mondo senza Dio? O il richiamo all’esistenza del Creatore, alla legge morale o al limite tra bene e male crea disagio? Si preoccupano forse che la laica Europa possa avere della Polonia l’ immagine di un Paese arretrato che, contrariamente alla tendenza del mondo, prende in mano il vecchio Rosario in legno? Non lo so. M non ci preoccupiamo più di tanto, viviamo in un mondo libero con libertà di parola, ognuno ha diritto a professare le sue idee e valutazioni”.
Europa in preda al relativismo?
“Tutti ne siamo in parte malati e feriti dai nostri peccati che commettiamo. Al Rosario non hanno partecipato i migliori o i più santi, ma gente nornale. Abbiamo chiesto a Dio, per intercessione di Maria, di proteggere i confini ed anche di sanarci dalle nostre dipendenze quali ansia e materialismo. Non voglio giudicare nessuno, ho troppi peccati sulla coscienza e dunque non scaglio pietre. Abbiamo pregato per la fede, abbiamo osato fidarci di Dio, vogliamo essere santi”.
Siete preoccupati dall’ islam?
“Non ci preoccupa l’ islam come tale. Ma siamo angosciati dalla violenza e dal terrorismo che aumentano nel mondo. Rimango colpito quando leggo ulteriori notizie di attacchi, non deve essere così. Ci sono nazioni dove cristiani e musulmani vivono in pace a fianco (come il Senegal). Sono convinto che se vivessimo la fede in rapporto a Dio e a suoi comandamenti, il mondo sarebbe migliore. Per questo noi preghiamo per la fede in Polonia e in Europa, motivo della nostra iniziativa. Non contro qualsiasi minaccia riportata dai giornali, ma contro la perdita della fede”.
Bruno Volpe
( ha collaborato Urszula Duda).