Due motivazioni principali dietro l’attuale inverno demografico accentuato dalla pandemia: mentalità e allarme sociale. Lo ricaviamo dall’ intervista che ci ha concesso il professor Filippo Maria Boscia, barese, Presidente dell’ Associazione Nazionale Medici Cattolici.
Professor Boscia, che rapporto esiste tra pandemia e natalità?
” Molto stretto. Notiamo un calo di natalità elevato, possiamo parlare di inverno demografico. La tendenza era in atto da tempo, questa situazione la ha accentuata”.
Andiamo con ordine. Qual è la prima ragione?
” In ordine di argomenti, il primo step è una motivazione sociale. Tantissime donne lavoratrici hano paura di fare figli perchè mancano adeguate tutele da parte delle aziende ed è una delle conseguenze del cosiddetto turbocapitalismo. Ma questo da solo non basta, segnalo il secondo ed è la mentalità”.
Prego…
” Molte altre donne, che pur potrebbero, rinunciano al figlio a vantaggio della carriera. O fanno a meno del primo e del secondo, vi è chi persino non allatta. Tutto questo ci fa cadere, come dicevo, nell’ inverno demografico e la situazione italiana è preoccupante”.
Che fare?
” Bisogna velocemente cambiare passo e testa, ma non è semplice in un tempo in cui la famiglia e la maternità spesso anche nei media sono banalizzate o ridicolizzate”.
Legge Zan. Che ne pensa?
” Ingiusti e non condivisibili cambiamenti di costume ci traghettano da un tema serio alle facezie. A mio avviso, quel decreto va totalmente riscitto, come è, non va. Tutte le discriminazioni sono odiose, non solo quelle contro gay ,lesbiche o trans. Che facciamo, creiamo un mercato delle categorie? Bisognerà fare di questo passo un decreto per difendere dalle bullizzazioni verso gli obesi, un altro per i soggetti calvi e via discorrendo”.
Sterilità della donna. Lei è uno dei maggiori esperti italiani . Nell’ Antico Testamento e nell’ antichità era considerata una maledizione?
” E’ così. Ma allora non erano a conoscenza degli studi clinici. Anche la malattia, penso alla lebbra, era vista così. In quanto al figlio non è un diritto, ma un dono. E ricordo che tante volte nella mia esperienza ho visto donne alle quali avevo diagnosticato l’ impossibilità ad avere un bambino, gratificate tanto tempo dopo. Nulla è impossibile a Dio”.
Bruno Volpe