I Boy Scouts of America continuano la loro “progressione pro-LGBT”, e annunciano che dal 30 gennaio scorso ammettono membri “transgender”. Dopo avere ammesso i ragazzi omosessuali allo scoutismo nel 2013 e avere permesso agli uomini adulti omosessuali di diventare capi scout nel 2015 arriva in questo 2017 l’accettazione dei trans. Non si sono fatte attendere le proteste delle associazioni pro-famiglia che ritengono quest’ultima decisione come “l’ultima capitolazione della BSA a sinistra”.
“I Boy Scouts d’America hanno sacrificato la loro ultima traccia di integrità sull’altare della correttezza politica”, ha scritto Todd Starnes, che si chiede quali saranno gli spogliatoi che utilizzeranno i transgender. Laurie Higgins ha rilevato che i ragazzi saranno “danneggiati dalle bugie che vengono loro insegnate, riguardo al fatto che il proprio sesso non ha alcun significato intrinseco”.
Nel frattempo, l’omosessuale-bisessuale-transgender lobby Human Rights Campaign ha celebrato la nuova politica dei BSA. “Questo segna un significativo cambiamento di politica e permetterà ai ragazzi transgender di diventare scout”. Intanto in America crescono i gruppi alternati ai tradizionali scout. Trail Life USA, formata nel 2013 in risposta al lassismo morale della BSA in tre anni ha raccolto 26 mila membri in 48 stati americani, con una rete che interessa 700 chiese.
Matteo Orlando