Si è da poco conclusa (con un bagno di folla) a Bari l’attesa manifestazione “Mediterraneo, frontiera di pace” voluta dalla Cei e ” benedetta” dal Vaticano.
Sul meeting faccciamo il punto col noto teologo e liturgista barese Mons. Nicola Bux, apprezzato consigliere del Papa emerito Benedetto XVI, il quale va decisamente controcorrente sul concetto di sinodalità (uno dei punti centrali del convegno) e soprattutto esprime dubbi (persino sulla cattolicità) sul recente documento papale Querida Amazonia.
Monsignor Bux “Mediterraneo, frontiera di pace” ha chiuso i battenti. Ha approvato l’idea?
“Non conosco la genesi, evoca l’utopismo di fine secolo, eppure non è cambiato nulla nel nostro mare, visto che abbiamo due guerre in atto, Libia e Siria, oltre alla soluzione palestinese secolare. Per questo sono stati piantati alberi in Vaticano. Mi domando: possibile mai che la venuta del Figlio di Dio in terra, duemila anni fa, non ricordi alla Chiesa che l’ unico e solo modo di portare al mondo la pace è fare conoscere Lui e il suo Vangelo? Perchè, allora, non indire una grande missione in Italia, visto che il popolo si è allontanato e al posto di adorare Dio adora animali e risente quotidianamente di malvagità di ogni specie?”.
Uno dei punti centrali era il dialogo…
“Gesù ha detto di andare ad ammaestrare tutti i popoli, pertanto l’evangelizzazione è l’unico solo laboratorio possibile. Non si parla di dialogo nel Vangelo”.
E la sinodalità, al centro delle giornate baresi e punto centrale nell’attuale pontificato?
“Quanto appunto alla sinodalità, ultimo slogan del momento, pò trasformare la Chiesa in un parlamento incocludente. La Chiesa non è un concilio o un sinodo permanente. Inoltre meglio diffidare di questi prelati tedeschi che vogliono ammannirci la minestra riscaldata del protestantesimo, tentativo fallito di fondare una nuova Chiesa”.
Querida Amazonia, documento del Papa post sinodale. Qual è il giudizio di mons. Bux?
“Riflettevo su un brano di sant’Atanasio, che riporto: ‘Dopo aver fatto tutte le cose per mezzo del Verbo eterno e aver dato esistenza alla creazione, Dio Padre non lascia andare ciò che ha fatto alla deriva, né lo abbandona a un cieco impulso naturale che lo faccia cadere nel nulla. Ma, buono com’è, con il suo Verbo, che è anche Dio, guida e sostenta il mondo intero, perchè la creazione, illuminata dalla sua guida, dalla sua provvidenza e dal suo ordine, possa persistere nell’essere. Anzi il mondo intero diviene partecipe del Verbo del Padre, per essere da questi sostenuto e non cessare di vivere’ (Discorso contro i pagani,n.41-42;PG 25,81-83). All’Esortazione post sinodale viene meno tale sguardo, anzi questa “Verbo-visione” che la renderebbe cattolica. Ora, quando la Chiesa rinuncia al Verbo, a Gesù Cristo, o lo cita solo marginalmente, tutto è poggiato sulla sabbia. Così, invece della redenzione delle culture, le si abbraccia tout-court e si scivola nel panteismo, senza accorgersi. Siamo al cospetto di una ‘cosmo-visione’ abbandonata da Dio. Tutto il resto viene di conseguenza, incluso il progettato ‘rito amazzonico’. L’Esortazione è un messaggio sociale o un annuncio di salvezza? È politica o è religione?”
Bruno Volpe
Ha ragione! Vengono citati Dio, Gesù Cristo, Vangelo, Spirito Santo, rispettivamente, una decina di volte. Molte di queste citazioni si riferiscono più ad una visione sociologica o ad un estetismo naturalista. Poi si arriva in conclusione ad auspicare il dialogo in un’Amazzonia multireligiosa invitando a non “nascondere le convinzioni proprie”. Come si può invitare a fare questo, dopo che in tutto il documento non si è fatto altro?