Durante la celebrazione di una Solenne Messa Pontificale nella Forma Straordinaria tenuta presso il Santuario di Nostra Signora di Guadalupe a La Crosse, Wisconsin, il cardinale Raymond Burke ha detto che «la Messa cattolica in forma straordinaria, più comunemente conosciuta come la messa in latino, dimostra chiaramente la grazia di Dio di raggiungere i fedeli nell’Eucaristia».
Il cardinale ha descritto come l’antica Messa porta il cielo in terra e Dio all’uomo. «L’offerta della Messa secondo l’’antiquior usus’, l’uso più antica nella Chiesa, ci rende evidente come la grazia divina scorre incommensurabilmente e incessantemente dal glorioso cuore trafitto di Gesù e viene a noi nel più alto e più perfetto modo nella Santa Eucaristia».
Il card. Burke ha spiegato che «l’utilizzo della forma più antica, che era la forma ordinaria del Rito Romano della Santa Messa dal tempo di papa san Gregorio Magno fino alle riforme della sacra liturgia dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II, manifesta con forza la tradizione apostolica, la linea ininterrotta di costante presenza di Cristo con noi nella Chiesa per mezzo del ministero apostolico, per mezzo della carità pastorale degli apostoli e dei loro successori da l’Ultima Cena alla celebrazione del Santo Sacrificio della Messa questa mattina».
Il cardinale ha concluso dicendo che «la bellezza sublime riflessa nell’attenta articolazione della Messa più antica svela la verità che qui sull’altare di questa chiesa, il cielo scende sulla terra – Cristo seduto in gloria alla destra del Padre – scende verso l’altare e rende sacramentalmente presente il suo sacrificio sul Calvario e il suo frutto incomparabile, il pane celeste del suo corpo, Sangue, Anima e Divinità».
«La celebrazione delle due forme del rito romano rende possibile un incontro più pieno e ricco con Cristo, al quale la Madonna di Guadalupe costantemente ci guida».
«La mia speranza – ha concluso – è di poter celebrare con maggiore regolarità la messa pontificale in base alla forma straordinaria, nella fedeltà alla missione di questo luogo sacro».
Adam Loon Otter