Il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione vaticana per il culto divino, ha scritto nella prefazione di un nuovo libro che i cattolici dovrebbero ricevere la comunione in ginocchio e sulla lingua. Il libro per cui ha scritto la prefazione è quello di padre Federico Bortoli, La distribuzione della Comunione sulla mano: Profili Storici, Giuridici e Pastorali, edizioni Cantagalli.
Nella prefazione il Cardinale ha scritto che l’attacco diabolico più insidioso consiste nel cercare di estinguere la fede nell’Eucaristia, “seminando errori e favorendo un modo non confacente di riceverla; davvero la guerra tra Michele e i suoi Angeli da una parte, e lucifero dall’altra, continua nel cuore dei fedeli: il bersaglio di satana è il Sacrificio della Messa e la Presenza reale di Gesù nell’Ostia consacrata”.
Perché ci ostiniamo a comunicare in piedi e sulla mano? Perché questo atteggiamento di mancanza di sottomissione ai segni di Dio?, si chiede il cardinale africano. Ricevere in ginocchio e sulla lingua è il modo “più confacente al Sacramento stesso. Mi auguro ci possa essere una riscoperta e una promozione della bellezza e del valore pastorale di questa modalità. Secondo la mia opinione e il mio giudizio, questa è una questione importante su cui la Chiesa di oggi deve riflettere. Questo è un ulteriore atto di adorazione e d’amore che ognuno di noi può offrire a Gesù Cristo”.
L’Istruzione della Sacra Congregazione del Culto Divino Memoriale Domini del 1969 aveva solennemente stabilito che la pratica della Comunione sulla lingua doveva essere conservata e che ogni cambiamento di disciplina in merito avrebbe portato delle conseguenze negative. Nonostante ciò la pratica della Comunione sulla mano si è imposta come il modo abituale di ricevere l’Eucaristia e da eccezione è divenuta la regola.
Il libro mostra come ciò sia potuto accadere, portando alla luce un’ampia documentazione rimasta finora inedita, che fa comprendere le dinamiche non proprio limpide che hanno prodotto questo risultato. Con approfondimenti storici, giuridici e pastorali si mostra come tale cambiamento abbia contribuito non poco ad un affievolimento della fede nella presenza reale di Cristo nell’Eucaristia.