“Gesù? Un grande allenatore della nostra anima, non sbaglia tattica per la salvezza, semmai siamo noi che non lo ascoltiamo.” Lo dice il noto giornalista sportivo, credente, Carlo Nesti che ha pubblicato per la San Paolo un bel libro dal titolo “Il mio allenatore è Gesù”. Nesti, già firma di punta della Rai oggi è collaboratore della vivace Sette Gold e di Radio Vaticana.
Nesti, perchè ha paragonato Gesù ad un allenatore?
” Qualche tempo fa lo avevo accostato ad uno psicologo. Prima di tutto, da cronista sportivo vorrei sottolineare il grande valore educativo e di vita dello sport. Al contrario di quanto accade nella palestra quotidiana, lo sport non crea nemici, ma avversari con i quali si compete per la durata dell’ incontro, però sempre nel rispetto delle regole e della dignità altrui. Dopo, al fischio finale, si torna amici come prima e senza rancori, salvo scaramucce . Non a caso, i termini dello sport, sono entrati con forza nel lessico di ogni giorno”.
Lei è credente. Perchè paragona Gesù ad un allenatore?
” Da soli, questo lo dice il Vangelo, non andiamo da nessuna parte, non siamo in grado di fare cose azzeccate e allora abbiamo bisogno, per la nostra finitezza, di uno che ci indichi la via da seguire, e che cosa fare. Il manuale di istruzioni è il Vangelo. Gesù è un grande allenatore per la nostra salvezza, non sbaglia la tattica, semmai siamo noi a non capirlo o peggio non ascoltarlo. Mettere in pratica i suoi suggerimenti ci aiuta”.
In che cosa?
” Nella ricerca della felicità e della libertà che non è il fare quello che ci passa nella testa. La felicità dal canto suo, non è quella che comunemente si pensa, ridanciana e passeggera, ma è la serenità data sal sapersi amati e dalla certezza che dopo la parentesi sulla terra, avremo un premio grande in Cielo, certamente se abbiamo ben operato. Ecco perchè Gesù e il vangelo danno serenità, che non è rassegnazione o fatalismo”.
Lei, da grande giornalista, ha passato giorni poco belli, spesso vittima di qualche tiro mancino…
” Ho messo tutto nel dimenticatoio. Fa parte ormai del vissuto e sono grato alla Rai per quello che mi ha dato: anni meravigliosi. Indubbiamente, la fede in certe occasioni aiuta ed è di supporto come è stata per me, bisogna sempre saper portare la propria croce con dignità ricordando che cadere è un diritto, rialzarsi un dovere”.
Che cosa le pare di Papa Francesco?
” Lo stimo e lo apprezzo. Ha il compito sicuramente non semplice, di riavvicinare il popolo di Dio alla Chiesa, che talvolta si era distratta e aveva dimenticato i poveri”.
Bruno Volpe