“Custodire il corpo della vergine e martire Agata è per noi un gran bell’impegno: un onore, una responsabilità. Noi catanesi siamo onorati della bontà intraprendente che ha contraddistinto la nostra giovane concittadina e dunque ci corre l’obbligo di conoscere, amare ed imitare il suo stile di vita fedele agli insegnamenti del Vangelo”.
Lo scrive mons. Barbaro Scionti, parroco della cattedrale di Catania, nella sua riflessione in preparazione all’anniversario della traslazione delle reliquie di sant’Agata. “Viviamo questa commemorazione in tempo di pandemia e pensiamo a quante volte nella storia della nostra città ci sono stati tempi difficili in cui sant’Agata è stata comunque onorata anche in modalità diverse e tra tante sofferenze”, aggiunge. Ricordando che “le circostanze ci chiedono di vivere, per prudenza, a servizio della salute dei cittadini, un grande sacrificio”, il parroco ribadisce che “le reliquie di cui siamo custodi non potremo né guardarle né toccarle!”.
“Avremo però la possibilità, osservando l’uso delle mascherine e il distanziamento fisico, di pregare e di inginocchiarci in cattedrale laddove il corpo di Agata è deposto e custodito. Dietro quelle porte, per questa volta chiuse, c’è Sant’Agata che ci attende. Allora credo che sarà lei stessa, in questa occasione, a guardare e toccare, senza farsi vedere, il nostro cuore di devoti”.