Valdesi e cattolici nel Pinerolese lavorano a una possibile liturgia comune del battesimo. Dopo il Testo comune e il relativo Testo applicativo (risalente all’anno 2000) per la celebrazione dei matrimoni fra valdese e metodisti e cattolici, un altro passo sulla via di un segno visibile di fraternità ecumenica dovrebbe essere quello di una liturgia battesimale comune. Hanno lavorato a questo proposito due «sottocommissioni», che fanno capo rispettivamente alle commissioni per l’ecumenismo della diocesi di Pinerolo e del I Distretto delle chiese valdesi.
«I primi tentativi, molto coraggiosi, per una celebrazione ecumenica del battesimo risalgono alla metà degli anni ’80, ma il lavoro si era interrotto. Poi è venuta la stagione del grosso lavoro al Testo comune. Due anni fa – spiega il pastore di Torre Pellice Klaus Langeneck, fra i componenti della commissione valdese – abbiamo ritenuto che fosse necessario fare un altro passo, per elaborare il testo di una liturgia ecumenica per il battesimo dei bambini delle coppie interconfessionali. Ora a abbiamo presentato, nel corso di un incontro allargato di sacerdoti cattolici e pastori valdesi, la prima bozza che abbiamo elaborato; sono state fatte le prime osservazioni, anche critiche ma costruttive e migliorative. A questo punto, i prossimi 4-5 giugno, a Torre Pellice, il documento sarà preso in esame dalla Conferenza distrettuale che potrà ancora suggerire modifiche, prima che passi all’analisi del Sinodo valdese. Per parte cattolica si esprimerà la Conferenza episcopale».
Nel mese di marzo scorso una delegazione valdese-metodista era stata ricevuta in Vaticano e il vescovo di Pinerolo Pier Giorgio Debernardi aveva indicato questo lavoro in comune con i valdesi come un obiettivo importante. Naturalmente rimangono da risolvere ancora, nelle due comunità, alcuni problemi che spiega lo stesso pastore. «La liturgia che proponiamo riprende molti aspetti della liturgia valdese, che non sono altrettanto espliciti nella liturgia cattolica. Quello che ha sollevato un qualche problema è che nel testo proposto dalle nostre commissioni abbiamo introdotto in qualche modo la “benedizione dell’acqua”, che è un elemento cattolico; ma potrebbe essere trovato un altro nome: quello che ci stava a cuore era rendere la rilevante simbologia dell’acqua, perché questa, sì, accomuna tutte le chiese. Un altro elemento ancora in discussione è la collocazione di questa liturgia: se debba essere all’interno di un culto domenicale normale o meno. Un’altra questione aperta è come effettuare la registrazione del battesimo, cioè in quale chiese debba essere registrato il battesimo dei figli di una coppia interconfessionale. Si sta discutendo anche del ruolo dei padrini e madrine: valdesi e cattolici ci siamo trovati concordi sul fatto che nella storia di fede di un bambino o di una bambina, solo raramente al giorno d’oggi queste figure hanno un ruolo effettivo. Un battesimo di questo tipo deve essere preparato accuratamente e con consapevolezza, insieme dai due ministri, il prete e il pastore, con l’importantissimo coinvolgimento dalle famiglie proprio nella liturgia: in questo modo il battesimo può diventare un vero segno ecumenico di condivisione».
Maria Rocca