La Cei esprime “grave inquietudine” per “la prospettiva di un referendum per depenalizzare l’omicidio del consenziente. Autorevoli giuristi – ha detto il cardinale presidente Gualtiero Bassetti aprendo il Consiglio episcopale permanente – hanno messo in evidenza serie problematiche di compatibilità costituzionale nel quesito per il quale sono state raccolte le firme e nelle conseguenze che un’eventuale abrogazione determinerebbe nell’ordinamento”.
La Cei sottolinea che “è necessario ribadire che non vi è espressione di compassione nell’aiutare a morire” ed è “una contraddizione stridente” con la solidarietà vissuta per il Covid.
Con l’eutanasia prevale “una concezione antropologica e nichilista in cui non trovano più spazio né la speranza né le relazioni interpersonali. C’è una contraddizione stridente tra la mobilitazione solidale, che ha visto un Paese intero attivarsi contro un virus portatore di morte, e un’iniziativa che, a prescindere dalle intenzioni dei singoli firmatari della richiesta referendaria, propone una soluzione che rappresenta una sconfitta dell’umano. Chi soffre – ha sottolineato il Presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti – va accompagnato e aiutato a ritrovare ragioni di vita; occorre chiedere l’applicazione della legge sulle cure palliative e la terapia del dolore”. (ANSA)