“Con i sacramenti non si scherza.” E’ il titolo, assai provocatorio, dell’ultima e interessante fatica letteraria del noto teologo e liturgista don Nicola Bux. Il testo, con prefazione di Vittorio Messori, edito da Cantagalli, è stato presentato a Bari presso la sede dell’ ex Provincia con una dotta relazione del cardinale Raymond Burke e l’amichevole presenza dell’ economista, banchiere ed ex presidente Ior , professor Ettore Gotti Tedeschi.
Don Nicola Bux nella sua relazione ha precisato lo spirito che lo ha portato a scrivere il saggio: ” I sacramenti sono paragonabili alle medicine prescritte dai dottori. In sè, i farmaci sembrano banali, normali compresse o sciroppi, però servono alla salute del corpo. I sacramenti sono la medicina dell’ anima. Però tutti sappiamo che i medicinali vanno usati bene, altrimenti non hanno effetto e persino diventano dannosi quando se ne fa un utilizzo inappropriato o scorretto, siamo alle controindicazioni e si trasformano in nocivi “.
Ha aggiunto: ” I sacramenti non sono complementi di arredo e senza di essi la Chiesa stessa non avrebbe senso, i preti sarebbero disoccupati. Con i sacramenti noi siamo faccia a faccia col Signore, meglio non dimenticarlo mai questo”. Ha precisato: ” Il grande problema di oggi è la fede. Quando la liturgia e i sacramenti sono mal celebrati o amministrati senza santa devozione cadiamo in errore. Con la riforma liturgica post conciliare si pensava di allargare il numero dei fedeli. Questo non solo non è accaduto, ma è persino successo il contrario”.
Don Bux ha lanciato una frecciatina ai tanti preti di strada: ” Partono da una frenesia per la Parola, una cosa che ossessiona tanti confratelli. Indubbiamente la Parola è importante, serve ad esortare. Ma alla Parola si abbinino con altrattanta e maggior forza i gesti efficaci senza dei quali l’ uomo non si salva. Che pena vedere quei preti che alzano l’ Ostia sciattamente o il calice in modo maldestro o chi davanti al Santissimo non ha la giusta riverenza. La dedizione assoluta per la ecologia, la legalità, le marce della pace o le fiaccolate alle quali molti preti partecipano, non salvano l’ anima o l’ uomo dal degrado. Il sacerdote è chiamato a salvare l’ uomo con i sacramenti e non con le marce, le fiaccolate, le manifestazioni”.
Il cardinal Burke nella sua relazione ha precisato: ” Nessuno ha un diritto al sacramento, questo costa sacrificio. Si ha diritto solo se ci si dispone bene e giustamente. In quanto all’ argomento comunione al divorziato risposato civilmente tanto attuale, reitero il mio no, non è possibile darla. Il divorziato risposato vive in adulterio e dunque va contro il Vangelo, è in stato di peccato grave. Negare la comunione non è cattiveria, ma rispetto della Parola del Signore, nessuno ha la facoltà di derogarvi. Mangiare e bere la comunione indegnamente, cito San Paolo, significa condanna”.
Il porporato ha ricordato che giustizia e misericordia viaggiano assieme: ” La carità è nella giustizia e viceversa, queste due categorie non sono alternative, bensì inseparabili”. Sulla celebrazione della messa ha detto: ” Non è giusto o corretto chiedere o volere che sia attraente o creativa come uno spettacolo, nella Messa il vero e solo protagonista è Cristo e non il celebrante. Nessuno, dunque ,aggiunga, tolga o metta di sua iniziativa”. E allora buona lettura con la bella opera di Don Nicola Bux: Con i sacramenti non si scherza, edizioni Cantagalli. Scritto in modo gradevole, semplice e persino discorsivo su un tema minato. Degno di nota il richiamo continuo, ma garbato al diritto canonico.
Bruno Volpe
Nella prima parte del discorso si fa riferimento ai farmaci per la salute del corpo. Il termine “farmaco” dal greco “pharmakon” significa veleno e quindi non ė mai consigliabile né il suo uso né tantomeno l’abuso. Don Bux come può dare il buon esempio di Celebrazione Eucaristica se lancia frecciate ai preti per strada? Bisogna sapere che uso si fa delle parole… Ho seguito Don Bux ultimamente alla chiesa di San Giuseppe in Bari e mi é arrivata la sensazione di una celebrazione tutta
forma e pochi contenuti e ristretta presenza di fedeli (in chiesa eravamo in 10 persone di domenica!). Non vorrei che anche il suo ultimo libro allontani invece di avvicinare i fedeli alla vera fede dato che alla presentazione c’erano solo addetti ai lavori e giornalisti.