Visita di solidarietà, ieri, nella diocesi di Sisak dell’arcivescovo di Zagabria, card. Josip Bozanić, accompagnato dai suoi vescovi ausiliari, mons. Ivan Šaško e mons. Mijo Gorski. La diocesi di Sisak è quella che ha avuto più danni e vittime dalla scossa del 29 dicembre scorso, con epicentro la cittadina di Petrinja. Il cardinale è stato accolto dal vescovo di Sisak, mons. Vlado Košić che lo ha accompagnato nell’area del cratere sismico, facendo subito tappa davanti alle macerie della chiesa parrocchiale di Žažina dove ha perso la vita l’organista Stanko Zec.
Qui, riferisce la diocesi di Sisak, cardinale e vescovi hanno pregato per tutte le vittime del terremoto. Il bilancio attualmente parla di sette morti più un volontario, caduto da un tetto durante operazioni di soccorso e decine di feriti. Le persone rimaste senza casa sarebbero stimate in circa 20mila. Dal card. Bozanic sono giunte parole di elogio, ringraziamento e di incoraggiamento ai tanti volontari impegnati a portare soccorso alla popolazione, tra questi centinaia di giovani della Caritas, operatori della Croce Rossa, Protezione civile, Esercito, Vigili del Fuoco, Polizia e Forze locali. L’arcivescovo di Zagabria ha parlato di “miracolo della bontà con l’uomo aperto al bene nel profondo della sua anima” e ha ribadito l’impegno della Caritas, definita “segno concreto dell’azione stessa della Chiesa presente tra la gente anche con i suoi sacerdoti”.
Nel suo giro per le zone terremotate di Žažina, Sisak, Petrinja e Glina, il card. Bozanic – che è stato poi raggiunto dal vescovo di Bjelovar-Križevci, mons. Vjekoslav Huzjak – ha visionato anche i danni agli edifici ecclesiastici che, ha affermato, “verranno ricostruiti”. Ma la priorità, adesso, “sono le persone perché sono quelle che hanno subìto il danno maggiore. Per questo è urgente che gli aiuti arrivino a tutti e che nessuno venga lasciato solo e abbandonato specialmente le persone anziane nei villaggi più lontani”. Lo sguardo del cardinale è rivolto al futuro: “La sfida che ci attende è quella di ricostruire, ricominciare qualcosa di nuovo qui, per aiutare la popolazione, giovani, famiglie, anziani, a restare a vivere in queste terre”.
La parola chiave per il porporato è “lavoro. Se c’è lavoro la gente rimane e ricostruisce. Le persone vanno messe al primo posto. Questa è la sfida per tutti noi: aiutare queste città colpite a ripartire. Sisak, Glina, Petrinja e i luoghi circostanti sono terre che hanno sofferto durante la Seconda Guerra mondiale, durante la guerra dei Balcani, dobbiamo aiutare le loro popolazioni a riorganizzare le loro vite qui”. A tale riguardo il card. Bozanic ha reso noto che la Conferenza episcopale croata ha destinato, “come primo passo”, sette milioni di kune (oltre 900mila euro) per sostenere i terremotati. (SIR)