Anche in Croazia arriva il “nuovo corso”. In una delle regioni più conservatrici dell’intero Paese (la Diocesi di Gospić-Segna, nella regione della Lika, cioè l’entroterra dalmata all’altezza di Zara e di Sebenico fino al confine con la Bosnia) è stato recentemente nominato un nuovo vescovo, il carmelitano padre Zdenko Križić, in sostituzione di mons. Mile Bogović, uno dei vescovi in assoluto più conservatori e patrioti dell’intera Croazia.
Padre Križić, che è già stato in servizio presso la Curia romana (nato il 2 febbraio 1953 a Johovac, in Bosnia-Erzegovina, ha fatto gli studi filosofici dai Padri Carmelitani a Firenze e gli studi teologici alla Pontificia Facoltà Teologica Teresianum a Roma), non ha perso tempo a farsi conoscere. Sul giornale Večernji List, dove spicca il titolo “Anche in Croazia arriva la rivoluzione di Francesco”, al vescovo sono state attribuite le seguenti parole: “Anche i gay devono inserirsi nella vita della Chiesa”.
Il vescovo, nell’intervista, dice che “spesso questi discorsi sull’omosessualità sono temi difficili per persone di fede. E di questo ne parlerei con loro [gli omosessuali]. Entrare in altre cose non ha senso, poiché queste persone sono così, né hanno scelto di esserlo, semplicemente sono nati così e bisogna rispettarli”.
Il vescovo ha anche aggiunto che “non c’è da aspettarsi che celebriamo matrimoni gay in chiesa, la dottrina ecclesiale per ora non lo permette”. Nella Costituzione croata, tramite referendum, il popolo ha voluto una norma secondo la quale “il matrimonio è solo tra un uomo e una donna”.
Matteo Orlando