“Negli ultimi anni la crisi e il terrorismo hanno fatto registrate una sensibile contrazione del numero di pellegrini che arrivano a Lourdes, ma dobbiamo anche essere coscienti che questo luogo, la sua storia fatta di fede, speranza e di guarigioni sono un vero e proprio patrimonio dell’umanità che non deve andare perduto e deve essere anzi sostenuto”.
E’ quanto dichiara Antonio Diella, presidente nazionale dell’U.N.I.T.A.L.S.I. (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali).
“Credo – aggiunge Diella – quanto mai necessaria una vera alleanza per Lourdes che punti soprattutto su tre temi centrali: la tutela del diritto alla mobilità dei cittadini europei soprattutto se fragili, sul coinvolgimento delle giovani generazioni trasformando il pellegrinaggio anche in un’occasione di formazione umana e professionale ed in ultimo – ma non per importanza -sul fatto che occorre rilanciare un’idea nuova di turismo religioso non più di serie “B”, ma un’occasione straordinaria per tutelare e promuovere la nostra storia e la nostra identità religiosa e culturale”.
“Lourdes, – prosegue Diella – nonostante tutto, è il luogo a cui guardano, da tutto il mondo, tante donne e uomini spesso fragili e sofferenti. Non possiamo deluderli. Questa è un grande responsabilità che grava sulle nostre spalle. Sono stati fatti tanti paragoni con Fatima, Medjugorje, ma ognuno di questi luoghi ha una sua storia e suo percorso che per quanto non possa apparire sono differenti. Non possiamo ridurre il tutto a dati statistici ed economici, dobbiamo avere il coraggio di continuare la nostra “missione” mettendo sempre al centro la persona umana”.
“Da questo dobbiamo ripartire – conclude Diella – magari con nuovi linguaggi e strumenti, aprendo a nuovi mercati parlando anche all’Oriente, ma senza dimenticare che Lourdes è prima di tutto un’esperienza di fede”.