di Padre Giuseppe Agnello*
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Oggi la nostra comunità ha la giòia di celebrare le prime comunioni di alcuni bambini, che si sono preparati a questo giorno di festa, con il catechismo, con il desidèrio, con l’ubbidienza ai loro genitori. È un giorno di festa non solo per questo motivo, ma anzitutto perché si festéggia il dono dello Spírito Santo a Pentecoste, cioè cinquanta giorni dopo la risurrezione di Gesú dai morti. Ed è Gesú, insieme al Padre, che manda il Divino Amore sulla Chiesa che prega insieme a Maria santíssima. In questo modo, dà a tutti i credenti l’ànima della loro fede, dopo avér conosciuto sia il Fondatore della fede cristiana e sia il contenuto della fede cristiana, cioè Gesú e la sua dottrina.
Semplífico ancora di piú quello che ho appena detto. Anche voi, bambini, avete conosciuto a catechismo chi è Gesú, e che cosa ha detto e fatto per noi. Questo però non è ancora la vita di chi ha la fede in Gesú. Immaginate di avere una màcchina e anche la patente, ma manca il gasòlio o la benzina, e non lo si trova da nessuna parte; immaginate di avere una mongolfiera, ma vi manca il gas che alimenta la fiamma che produce l’ària calda; immaginate di èssere andati in piscina o al mare, ma trovate l’una e l’altro prosciugati: senza neanche una gòccia di acqua. Non potrete partire, né volare, né fare il bagno. Questi sémplici esempî vàlgono per capire Chi è e quanto serve lo Spírito Santo nella Chiesa e nel mondo: se mancasse, tutto si fermerebbe; tutto morirebbe; tutto resterebbe senza significato. Pensate a voi stessi!: siete vivi perché avete una parte invisíbile dentro di voi, che chiamiamo ànima e che non dipende dal vostro respiro, ma lo detèrmina, lo càusa, lo muove. Se già, togliendo il respiro, noi tutti moriamo perché l’ànima ci làscia; ¿quanto piú, se non ci fosse l’ “Òspite dolce dell’ànima”, dovremmo sentire il vuoto di Chi non è sostituíbile da niente e da nessuno? Del resto avete sentito nel Salmo queste parole: «togli loro il respiro: muòiono». E avete anche sentito dalla Sequenza che abbiamo recitato insieme, quante cose fa lo Spírito Santo: «Lava ciò che è sòrdido», non perché è un lavandàio, ma perché Lui ci fa pentire dei peccati commessi e Lui ci fa arrivare con la confessione la pulizia dell’ànima. Il Vangelo di oggi ci va vedere che è Gesú a dare questo potere di perdonare i peccati agli Apòstoli, pròprio gràzie allo Spírito Santo: «Ricevete lo Spírito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati» (Gv 20, v.23).
Poi è detto che «Bagna ciò che è àrido», non perché sèmina le núvole dove non ce ne sono e usa l’acqua del mare desalinizzata come fanno a Dubai, ma perché sàzia i desiderî del nostro cuore, che quando non è felice, è símile a un deserto senz’acqua. «Sana ciò che sànguina», ma non è un disinfettante o una garza stèrile, o un cerotto: è una Persona che ci abbràccia con amore nei nostri dolori piú grandi, quelli che nessuno potrebbe guarire. «Piega ciò che è rígido», ma non come farebbe una pressa che schiàccia una màcchina da rottamare e ne fa un dado, piuttosto come sa fare Dio che trasforma le persone dure e che dícono sempre di no, in persone affettuose che sanno dire i giusti sí. «Scalda ciò che è gèlido», non come uno scaldino o il termosifone, ma come fa l’única Persona al mondo che sa ridare vita a chi è morto dentro e, quindi, gèlido come i morti nelle sue azioni. «Drizza ciò che è sviato», non perché ha fatto l’último corso di educazione stradale tenútosi a scuola, ma perché conosce tutte le vie che pòrtano a pèrderci e sa riportarci nelle vie che ripòrtano alla salvezza, cioè a Gesú. ¿Vedete come lo Spírito Santo sa fare pròprio tutto? Sa pure trasformare un pezzo di pane e un po’ di vino nel Corpo e Sàngue, ànima e divinità di Gesú. LO RENDE POSSÍBILE E LO RENDE ANCHE CREDUTO. Per ciò, vi ho chiesto, bambini: «Durante il corso di Catechismo avete imparato molto su Gesú. ¿Siete convinti adesso che quello che riceverete è veramente il Corpo di Gesú nelle sembianze del pane e il sàngue di Gesú nelle sembianze del vino?». E voi avete risposto: «Sí, ne siamo convinti». Ecco allora che quello che è successo a catechismo; quello che succede sull’altare; e la vostra risposta di fede, sono tutte cose in cui c’entra lo Spírito Santo, «che è Signore e dà la vita». C’entra, perché mentre le catechiste o noi sacerdoti vi parlavamo di Gesú, voi gli volevate sempre piú bene; c’entra perché il sacerdote da solo, non può trasformare senza lo Spírito Santo il pane e il vino in Gesú vivo e vero. C’entra perché nessuno di voi può crédere a questa verità importantíssima, se non perché aiutato dallo Spírito Santo che conferma la nostra intelligenza. Capite allora perché l’ànima della nostra fede, e l’ànima della Chiesa, è pròprio Lui, lo Spírito Santo? Senza di Lui, tutto sarebbe scenografia e finzione; con Lui tutto è verità e bellezza, vita e fede autèntiche. Potremmo dirgli: «Anche se non ti vedo, ti sento e credo».
Tuttavia potrebbe accadere che, crescendo, piano piano, smettiamo di crédere e facciamo scappare da noi lo Spírito Santo; cacciamo questo Òspite e cominciamo a parlare come le persone che si sèntono intelligenti, ma non lo sono; si sèntono grandi, ma sono miseràbili; si sèntono ricche, ma sono poveríssime perché hanno perso la fede. Perché è successo? Perché non continuiamo ad avere le stesse convinzioni di prima? Perché non siamo rimasti nel Cenàcolo con Maria e gli Apòstoli. ¿Che si fa nel Cenàcolo con Maria e gli Apòstoli? Si riceve sempre Gesú nei suoi insegnamenti e nel suo Corpo eucarístico, ma soprattutto non si smette di pregare. Nel Cenàcolo arriva sempre lo Spírito Santo e ci fa veri credenti, pronti all’azione.
Allora vi do un consíglio, bambini, e voi genitori e adulti. Dobbiamo imitare tutti i tre pastorelli di Fàtima: Lucia, Giacinta e Francesco. In che cosa? Nella preghiera e nello sguardo di fede sulla realtà. Loro sapèvano guardare tutto con gli occhî di chi crede. Pregàvano ogni giorno il rosàrio, e tutt’e tre amàvano tre lucerne del mondo naturale, dietro le quali vedèvano però tre presenze del mondo soprannaturale. Amàvano il Sole, la Luna e le stelle (ciascuno con la pròpria preferenza), ma le chiamàvano “la lucerna del Signore (il sole); la lucerna della Madonna (la luna); e le lucerne degli àngeli (le stelle). Avete capito cosa sono le lucerne? Come dei lumini o torce in mano a Gesú, alla Madonna e agli àngeli. Sono importanti tutt’e tre queste lucerne, ma molto di piú per noi lo sono i proprietarî di esse: chi le regge in mano. Nelle memòrie di suor Lucia si dice che Francesco amasse vedere sòrgere il Sole. E si spiega cosí: «“Nessuna lucerna è bella come quella del Signore” diceva Francesco a Giacinta, alla quale piaceva di piú quella della Madonna, perché ─ diceva lei ─ non offende la vista». È vero! Il sole non si può guardare senza restare ciechi, ma quanto bene fa al mondo! Eppure Gesú è cosí buono che ci permette di guardarlo il sole in Lui: lo abbiamo fatto nell’adorazione di venerdí sera, coi vostri genitori. Avete visto dov’era Gesú? Nell’ostensòrio, che ha per questo motivo i raggî del sole. Allora, ricapitolando: Per non pèrdere mai lo Spírito santo, che è l’ànima della nostra fede: amate Gesú e venite a trovarlo ogni Doménica a messa; amate la Madonna e pregate con lei ogni giorno il rosàrio; parlate con i vostri àngeli custodi, perché li avete sempre accanto e loro vi aiuteranno a non imboccare mai strade sbagliate.
Pentecoste, 28 Màggio 2023, anno A
Atti 2, 1-11; Dal Salmo 103; 1Cor 12, 3b-7.12-13; Gv 20, 19-23
* L’autore aderisci ad una riforma ortografica della lingua italiana