Nelle ultime ore ha fatto scalpore la vicenda, denunciata dall’Arcigay, di una discriminazione contro un ragazzo omosessuale in un centro di formazione professionale di Monza. Il presidente dell’istituto Ecfop, al centro della polemica, racconta come sono veramente andate le cose. Dopo la sua testimonianza, l’intera storia sembra soprattutto una bufala montata ad arte per rinfocolare la polemica anticristiana nel nostro Paese.
“Lo studente minorenne R.G. non è stato fatto oggetto di alcuna discriminazione legata al suo orientamento sessuale. – spiega don Marco Oneta – Ecco i fatti. I compagni hanno segnalato ai docenti del Centro di Formazione una foto pubblicata su un social media in cui R.G. era ritratto in un atto sessuale esplicito. L’immagine ha suscitato scalpore tra gli studenti e ha preso a circolare viralmente. Il preside della scuola ha chiesto ai genitori del ragazzo un incontro congiunto con i servizi sociali per segnalare l’accaduto e abbassare i toni suscitati da questo fatto all’interno dell’Ente. Per due giorni, nell’attesa di questo colloquio, per proteggerlo dal clamore suscitato dalla vicenda, R.G. ha svolto attività coerenti con il suo percorso formativo in una postazione all’interno del Centro. Lunedì il ragazzo si è presentato da solo, senza che sia stato possibile ottenere il colloquio con i servizi sociali e la famiglia, ed è stato riammesso in aula. In tutto questo l’orientamento sessuale del ragazzo non c’entra nulla, tantomeno l’intento era discriminatorio.”
“La nostra scuola, cattolica, ha inteso e intende, in presenza di un simile fatto grave come questo (l’esposizione di una foto su social media in cui un minore è protagonista di atti sessuali espliciti) accompagnare l’alunno RG – prosegue don Marco Oneta – per aiutarlo ad essere consapevole nella gestione della comunicazione propria vita personale ed intima.”