Il noto ed autorevole teologo bolognese don Alfredo Morselli, recentemente, sul blog Messainlatino ha espresso molte perplessità e qualche giudizio critico sulla esortazione postsinodale del Papa “Amoris Laetitia”. Lo abbiamo interpellato.
Don Alfredo, perché almeno in gran parte, lei non condivide il documento del Papa?
” Un punto che soprattutto mi ha sorpreso in negativo è la mancata citazione di qualsivoglia riferimento ad un testo importantissimo e basilare, che è la Veritatis Splendor di San Giovanni Paolo II. Questa enciclica è stata omessa e sinceramente trovo questa dimenticanza sconcertante”.
Poi?
” Capisco poco, inoltre, o meglio non capisco, la indulgenza che cade sempre e comunque sulla misericordia che certamente è importante, ma avrebbe bisogno di precisazioni e di nessi con la giustizia. Prendiamo il caso del confessore il quale si trovi davanti un penitente o una penitente che vive more uxorio con una donna o un uomo, pertanto non nel vincolo sacramentale del matrimonio. E’ evidente che non può assolvere, non è carenza di misericordia, ma giustizia. Il confessore che nega l’ assoluzione in simili casi non è duro di cuore e non viene meno alla misericordia come dicevo. Al contrario, chi assolve compie una cosa e un atto negativo e persino sacrilegio. La falsa misericordia lascia l’uomo in quello che definisco il pantano del peccato”.
Il divorziato risposato civilmente può accostarsi alla comunione?
“Lo ripeto: il cattolico che vive more uxorio, cioè senza il vincolo sacramentale del matrimonio non è assolvibile senza il fermo e reale proposito di cambiare vita. Ricevere la Santa Comunione nel peccato mortale non è possibile, non lo era prima, non lo è ora, lo dice il Catechismo. E amministrare la comunione in questi casi da parte del sacerdote non è misericordia, ma anzi il più grande dispetto o danno che possa fare “.
Qualche teologo, su Amoris Laetitia ha parlato di possibile interpretazione relativista, condivide?
” E’ probabile che questo si verifichi leggendo il documento. Del resto lo stiamo vedendo. Sorgono divergenze interpretative en ella stessa prassi e credo che senza un opportuno chiarimento si aprirà o per lo meno socchiuderà la porta alla comunione in favore del divorziato risposato civilmente. Questo testo che risulta poco coerente e forse anche ambiguo in molte parti si inserisce nel contesto del modernismo dei tempi , probabilmente in modo persino superiore al cosiddetto spirito del Concilio. Eppure i documenti di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI erano sempre stati molto chiari”.
Nel complesso, le piace la Amoris Laetitia?
” Provoca in me tanta tristezza”.
Bruno Volpe
Fa piacere che il Vescovo di Chieti,qualificato Pastore e qualificatissimo teologo,intervenga per difendere Papa Francesco,accusato di eresia da quei subdoli infiltrati nella Chiesa che da secoli sfruttano il simbolo della Croce per i loro interessi deleteri e nocivi,ai danni del Vangelo e ai danni di miliardi di poveri.Poveri per colpa della loro avidità e della loro corruzione.