Quando sente parlare di bambini maltrattati e delle loro sofferenze, il coraggioso parroco siciliano don Fortunato Di Noto, a capo della benemerita associazione Meter, va su tutte le furie. Qualche giorno fa, infatti, l’ufficio Migrantes della Cei ha pubblicato un dato abbastanza angosciante: nelle nostre acque, in quelle del Mediteranneo, tra mare Libico ed Egeo, sono annegati 700 bimbi (a tacere degli adulti), sfuggiti a guerra, miseria o disperazione. Una strage silenziosa davanti alla quale non sembra possibile chiudere gli occhi. Ne parliamo con don Fortunato.
Don Di Noto, una cifra altissima…
E’ una cosa orribile e ingiusta. Mi domando: dove stanno le istituzioni europee? Stiamo davvero facendo tutto il possibile per evitare queste tragedie? La mia sensazione resta chiara: spesso gira solo retorica, ma quando sento che dei bimbi, a parte i grandi, fanno quella fine, ritengo che il nostro senso civile, i valori di accoglienza che il cristianesimo ha insegnato al mondo occidentale, stanno svanendo.
Che cosa possiamo fare? Ragionevolezza vuole che il nostro Paese non possa accogliere tutti…
Tempo fa, quando sui giornali venne pubblicata la foto del bambino morto sulla spiaggia, si ebbe una sorta di movimento mondiale di opinione per risolvere questo problema. Oggi sembra calato di nuovo il silenzio, quei bambini continuano a morire in mare davanti al fluire normale delle nostre vite. Penso che tutto questo sia non solo ingiusto, ma persino crudele, incivile ed anticristiano. Italia e Sicilia sin qui hanno dato tantissimo, ora si muovano anche gli altri.
Don Fortunato, passiamo ad un altro tema sensibile e legato in un certo qual modo con i migranti. Parliamo del presepe e delle ultime polemiche.
Sono false polemiche e in parte, non in tutto, condivido le parole di don Farinella. Il presepe ha un senso troppo alto e merita rispetto. Dunque se alcuni dirigenti scolastici sbagliano nel ritenerlo offensivo verso altre culture o religioni, penso che sia altrettanto insensato da parte di politici usare il presepe e lo scivolone di certi dirigenti scolastici, per ottenere qualche voto e strumentalizzare il Bambinello. Il presepe mi pare cosa tremendamente seria, chiama tutti al senso inclusivo e non esclusivo della fede, ma non ne condivido la visione da melassa, troppo zuccherosa. Poi siamo sicuri davvero che coloro i quali si ergono a difensori e paladini del presepe, vivono nel modo indicato dal Bambino? Sono coerenti o lo sfruttano? A me da prete, da parroco, interessa relativamente poco che il presepe o i canti della tradizione siano all’interno di una scuola. Indubbiamente ne ho piacere, ma questo non mi cambia la vita. Da parroco chiedo ai miei fedeli che facciano la novena, che vengano a messa, che si comportino adeguatamente. Il resto, cade spesso nel folklore.
Don Fortunato, infine, che cosa pensa del caso dei corvi in Vaticano?
Una pessima pagina di storia della Chiesa, che tuttavia ha gli anticorpi necessari per resistere a queste cose. Rubare dei documenti riservati e metterli in piazza, mi sembra detestabile e non ritengo affatto che questa cosa, come dicono i presunti corvi sia stata fatta per senso di pulizia, anzi.
La Chaouqui, va spesso in tv e concede interviste…
Se davvero avesse argomentazioni o prove della sua innocenza e della colpevolezza degli altri, dovrebbe darle nel Tribunale non alle tv e ritengo anche incredibile che abbia paragonato le sue sofferenze a quelle del Signore. Il Signore era un agnello mansueto condotto al macello e dunque non parlava e tanto meno visitava le redazioni e gli studi televisivi. Mi auguro che dal processo venga fuori una sentenza di giustizia ed esemplare. Ricordo che la misericordia non esclude la giustizia, anzi.
Fosse stato nei panni di Nuzzi e Fittipaldi, avrebbe pubblicato quei documenti?
Mi limito a rispondere che i documenti pubblicati sono frutto di un reato e che i libri producono forti diritti di autore, dunque soldi. Altro che opere di pulizia o scrupolo giornalistico!
Bruno Volpe
Bruno Volpe