Il sacerdote barese don Gianni De Robertis, parroco a San Marcello (rione San Pasquale) è stato nominato dalla Cei nuovo Direttore Generale della Fondazione Migrantes, la fondazione dei vescovi italiani che si occupa dei problemi del migranti. Succede a Monsignor Gian Carlo Perego, da poco ordinato vescovo di Ferrara- Comacchio. Don Gianni De Robertis è nato a Bari il 26 Marzo 1956 ed è stato ordinato sacerdote il 16 aprile 1983. Lo abbiamo intervistato.
Don Gianni, un compito impegnativo, specie in un momento caratterizzato da forti flussi migratori…
” Indubbiamente è così. Spero di riuscire a svolgere il mio delicato incarico nel migliore dei modi anche se prevedo molte difficoltà”.
Quale sarà la sua priorità?
“Cerco sempre di ascoltare e dunque mi metterò in ascolto di tutti. Ho sempre detto, e lo ripeto, che non bisogna avere paura dei migranti e che occorre gestire i flussi migratori con intelligenza ed organizzazione, senza facili ricette che nessuno ha in tasca. Bisogna prendere atto che anno dopo anno i migranti aumentano”.
Dal canto suo, pare che l’ Europa istituzione non faccia molto…
“Indubbiamente potrebbe fare di più. Va a strappi, alcune volte sembra dare attenzione ai nostri problemi, altre meno, con una certa sordità di fondo”.
Sulle migrazioni il Papa ha parlato di dramma epocale dopo la seconda guerra mondiale…
“Ha ragione da vendere. Io credo che la cosa più saggia, ed un bene anche per chi vive in quelle terre, è assicurare il diritto prima di tutto a non emigrare, consentendo a quelle popolazioni di vivere degnamente nelle loro terre. Tutto sommato, è lo stesso Occidente ad avere un debito di riconoscenza nei loro confronti, lo dicono la storia e l’ attualità. Penso al commercio delle armi e fomenta conflitti”.
Lei eredita la non agevole successione di monsignor Perego…
“Non sarà semplice sostituirlo, visto il suo enorme e positivo lavoro svolto sin qui. Lui ha fatto tanto, spero di non farlo rimpiangere”.
La sua esperienza barese con tanti migranti potrà risultare utile?
“Ognuno di noi porta sempre la sua storia e ritengo di sì. L’ esperienza conta sempre “.
Lascerà la parrocchia?
“Certo. I due incarichi non sono compatibili. Porterò la mia parrocchia sempre nel cuore. Deciderà il vescovo quando procedere”.
Bruno Volpe