“Celebrare con i fedeli, sia pur con le dovute cautele, è un nostro diritto ed anche un dovere”: non ha dubbi don Gianni Sini, esorcista e sacerdote di Tempio Pausania in Sardegna.
Don Gianni, la Cei ha espresso il suo rammarico dopo che il governo non ha liberalizzato le messe con il popolo…
“Celebrare la domenica la messa con il popolo, naturalmente con tutti gli accorgimenti per la tutela della salute, è un nostro diritto ed anche dovere di pastori. Non possiamo ridurre la messa alla tv o allo streaming in quanto la messa ha natura sacramentale. Ho la sensazione che mai come in questo momento, la Chiesa in Italia sia sotto attacco. Vogliono mandarci nelle catacombe, non era mai accaduto . Lo ripeto che, senza la Domenica, non possiamo. Con rammarico prendo atto, invece, che da questo governo noi cattolici non siamo considerati”.
Che cosa invoca?
“Chiedo ai cattolici di farsi sentire, di alzare la voce una buona volta. Non passi l’ idea sbagliata e molto insidiosa, che la chiesa sia il luogo del contagio”.
Secondo lei Conte è credente?
“Non lo so. Deve dimostrare con i fatti e non con le parole, ne ha dette tante, di essere credente. Sin qui non lo ha fatto. Anzi, questo esecutivo non è rispettoso dei diritti dei cattolici. Le ribadisco che cose simili non sono accadute neanche al tempo di Diocleziano. Non è pensabile lasciare senza i sacramenti per tanto tempo il popolo di Dio, è arrivato il momento di riprenderci la messa”.
Ma esiste il date a Dio quello che è di Dio e al Cesare quello che è del Cesare.
“Vero. Però in Italia il Cesare si è preso anche quello che è di Dio”.
Bruno Volpe
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