Centellina le parole, ma ci va giù duro don Francesco Giordano Direttore di Vita Umana Internazionale in questa intervista che ci ha rilasciato. Al centro, il Coronavirus.
Don Francesco, i virologi sembrano in tv delle star: sorpreso?
“Tanto di cappello alla scienza e ai medici che perdono la vita sul campo. Però abbiamo costruito dei nuovi vitelli di oro, abbiamo fatto idoli che adesso sono i virologi. Le loro parole sono accolte come fossero Vangelo. Hanno sostituito Dio”.
In che senso?
“E’ in atto una mentalità scientista che esclude Dio dalla vita e dal mondo. Una scienza che pensa di essere senza limiti e questo si ripercuote sull’ uomo il quale a sua volta si pensa onnipotente e invece al primo virus apprende quanto sia limitato”.
La Chiesa?
“Inspiegabilmente si è fatta da parte, si è ritirata senza colpo ferire. Sta zitta, accetta tutto da parte del Cesare e non va bene. Abbiamo bisogno della messa ed io le avrei fatto celebrare col popolo, con precauzioni, aumentandone il numero, trovando soluzioni senza rischio come la comunione spirituale. Ho la sensazione che sia in atto un piano per arrivare all’ ateismo di Stato”.
E’ possibile parlare di virus come ammonimento di Dio?
“Il peccato è la causa morale del virus. La voglia illecita di guadagno, un capitalismo sfrenato, la globalizzazione peccaminosa e viziosa, il consumismo nel cui nome si è sfregiata la natura arrivando a deforestazioni orribili e tanti spiegano anche con questo la pandemia. Aggiungo le leggi immorali contro natura e contro Dio. Possiamo dire che è una economia peccaminosa e del male”.
Don Sini, esorcista, vede la mano di Satana…
“Intanto è un castigo, nel senso di invito alla purificazione e alla conversione. Ci sta la mano di Satana, è un suo frutto. Ove arriva la morte, quando si contano i morti e non la vita, ecco il nemico. Ricordate che Dio è Signore della vita, satana della morte”.
I cattolici?
“In questo momento sono tornati nelle catacombe”.
Bruno Volpe
Perfettamente d’accordo! Avrei voluto vedere la Chiesa, lottare per il Sacrosanto diritto di Celebrazione con il popolo, invece di uno eccesso di zelo, di ipocrisia, seguendo la legge degli uomini e non di Dio.