“La gente ha fame, in arrivo una polveriera sociale”: don Luigi Larizza, parroco tarantino, invita la politica a fare presto e lo dice in questa intervista nella quale invita anche ad aprile le chiese per Pasqua.
Don Luigi, preoccupato più dal virus o dalle sue conseguenze economiche?
“La pandemia prima o dopo finirà. Sono seriamente preoccupato dalle ricadute sociali ed economiche e lo vedo qui in parrocchia ogni giorno. Taranto di per sé era una città in crisi e povera, adesso tutto si fa maggiormente difficile”.
Cioè?
“Prima del virus si respirava l’ aria delle chiusure in commercianti e piccole imprese. Adesso penso seriamente che certi propositi si saranno rinforzati , sono le circostanze che parlano. In parrocchia è un continuo di gente che chiede aiuto, sostegno per le bollette e viveri. La gente ha fame, è in arrivo una polveriera sociale , bisogna fare attenzione e soprattutto presto. Non basta il piatto di pasta, le persone pretendono lavoro e prospettive. Lo Stato pensi a fare in modo che tutti abbiano la certezza di mantenere il lavoro. E’ molto semplice dire state a casa. Intanto chi deve, col sudore della fronte, sbarcare il lunario questo non se lo può permettere ancora a lungo. Considerate che non tutti hanno coperture sociali ed esiste chi da sempre ha rimediato con il nero, con lavoretti a questa maniera. Inoltre lo stare in casa crea problemi alla testa, aggiunge alla miseria l’ aggressività di una forzata cattività.”.
Lo Stato?
“Per il momento si vede poco. Le ripeto che non è il solo mangiare e la pasta, ma la necessità di garantire occupazione e lavoro. Ho la sensazione che tante piccole imprese non riapriranno”.
Don Luigi lei celebrerebbe a Pasqua col popolo?
“Con le dovute precauzioni, perché no? La mia chiesa è grande, 250 posti. Mi domando, perché non posso fare messa col popolo garantendo il dovuto distanziamento sociale? Per esempio lasciando accesso solo a 50 persone?”.
La preghiera individuale è garantita..
“Sino ad un certo punto. Si può andare solo se la chiesa è sul percorso e questa è una grave violazione del diritto di culto. Al tabaccaio si può recare liberamente, in chiesa no. Ho la sensazione che si voglia colpire il sentimento religioso”.
Sintesi?
“Attenzione alla fame della gente. Prima o poi qualcuno darà di matto”.
Bruno Volpe