“Rivolte nei Cara? Troppa tolleranza con i migranti , applicare la legge. Vescovi italiani poco coraggiosi, Chiesa in confusione.” Lo dice in questa intervista a La Fede Quotidiana don Lorenzo Lasagni, parroco di Pisignano, vicino Cervia, passato alla ribalta delle cronache questa estate per la messa in suffragio del gerarca fascista Muti .
Don Lasagni, a Cona i migranti si sono recentemente ribellati prendendo in ostaggio volontari italiani, bloccandoli in un ufficio, che cosa ne pensa?
“ Intanto smentisco quelli che ogni tanto danno dei razzisti agli italiani e non è così. Anzi penso che il nostro popolo sia paziente ed accogliente. In quanto agli episodi come quello di Cona, premetto che io non sono un esperto di diritto, ma se i fatti sono come ce li hanno raccontati, penso che il tutto sia stato troppo frettolosamente sbrigato con un trasferimento dei rivoltosi da un posto all’ altro. Eccessiva tolleranza, e ritengo che bisognava applicare le legge. Chiudere delle persone contro la loro volontà in un ufficio mi sembra un fatto contro il diritto e meritevole di arresto. Probabilmente i migranti godono di una protezione maggiore degli italiani. Mi domando che cosa sarebbe successo o si sarebbe scritto se questo episodio fosse accaduto a parti inverse, ovvero se fossero stati degli italiani a chiudere in una stanza dei migranti, che sia detto sempre clandestini sono”.
Clandestini?
“ Guardi che non è una bestemmia o un insulto. Chi non ha documenti ed entra senza in un altro stato o non ne ha i titoli è clandestino e la maggior parte di quelli che sono da noi hanno la natura di clandestini e dovrebbero essere rimpatriati con velocità anche per evitare manovre e affari poco limpidi. Chi fugge dalla guerra o dalla persecuzione politica è ben accetto e ha ragione, ma tutti gli altri non godono di protezione internazionale e dunque sono clandestini . Bisogna amare tutti nella carità che non ha distinzione di razza o di pelle, però la carità, lo dice la Scrittura, parte dai vicini per arrivare ai lontani e non viceversa e va fatta sempre nei limiti del ragionevole e possibile come afferma il Catechismo. Gradirei che la Chiesa oggi tanto attenta alle ragioni dei migranti, dedicasse almeno la stessa sensibilità alle esigenze degli italiani in crisi. Lo ribadisco che da cristiano e prete io voglio aiutare tutti. Ma non posso proteggere o accogliere chi viene qui con intento ostile per attentare o sottomettermi religiosamente. Ci vuole prudenza nell’ accoglienza”.
Perchè su questi temi i vescovi ungheresi e polacchi si mostrano meno indulgenti?
“ Conosco quelli polacchi e dico che hanno molto più coraggio di tanti vescovi italiani, del resto hanno affrontato il comunismo e sono forti , conservatori della fede, dei valori cristiani e della tradizione. Noi al contrario stiamo dissolvendo questo patrimonio anche a livello episcopale, i vescovi italiani nella loro maggioranza dimostrano poco coraggio, non hanno il dono della parresia, il parlare chiaro: il sì quando è sì, il no quando è no di evangelica derivazione. Accade anche tra noi preti”.
Quattro cardinali hanno presentato al Papa i Dubia su Amoris Laetitia, qual è la sua idea?
“ Hanno fatto molto bene e non ci sta alcuno scandalo, sono contento che si siano mossi. Il capitolo otto di Amoris Laetitia è ambiguo e merita dei chiarimenti nella sua interpretazione ed applicazione che mette in difficoltà noi sacerdoti. Questo accade perchè si pensa che la pastorale, nel nome di una misericordia mal intesa, debba o possa staccarsi dalla dottrina, dal Magistero e della tradizione e non è così. Amoris Laetitia crea incertezza come dicevo tra noi sacerdoti ed è il segno di una Chiesa in confusione e allo sbando dottrinale, forse anche in eresia e non ho paura a dirlo”.
Bruno Volpe