Le baby gang ( sarebbe forse meglio usare l’ espressione latinoamericana pandillas vista l’ aggressività dei soggetti) terrorizzano Napoli. Un brutto fenomeno che merita risposta adeguata da parte dello Stato. Lo analizziamo in questa intervista col coraggioso parroco di Caivano, don Maurizio Patriciello.
Don Maurizio che succede a Napoli?
” Un fatto certamente molto grave da condannare, contrastare e reprimere. Tuttavia non è possibile dare una risposta semplicistica. I fattori scatenanti sono molteplici”.
Proviamo a dare qualche risposta..
” Intanto una doverosa premessa. Detto che è gravissimo , la violenza non appartiene solo a Napoli. Pensate all’episodio di Verona dove due ragazzi hanno dato fuoco per noia a un clochard”.
Restiamo a Napoli…
” Qui ci sono carenze strutturali ed esistenziali enormi e lo tocco con mano nel territorio della mia parrocchia. Mi duole che un programma importante come Striscia la notizia abbia detto che quello dove siamo è il primo mercato europeo di spaccio della droga. Io non ho dati certi e non lo so, ma questi problemi si affrontano evitando lo scandalismo e le accuse generiche. Ammesso che sia davvero il primo mercato, mi pare maggiormente serio domandarsi le cause”.
Quali ?
” Bisogna vedere e capire come si vive in certe periferie napoletane. Non è una scusante si intende. Però in certi rioni manca tutto. I ragazzi che cosa possono fare? Dove vanno? La piscina costa, la palestra anche. Allora finiscono con lo stare buttati in strada e seguono il modello del bullo o vengono attratti da delinquenti e corrieri della droga. Sono le conseguenze della decadenza sociale”.
Cioè?
” Molti ragazzi, disoccupati e senza lavoro o prospettive, vengono lasciati in balia di sè stessi, in zone dormitorio e ammassate. Lo vedo io stesso che sono parroco in un quartiere pieno di problemi e di criticità. Anche la politica non ha saputo dare spesso risposte convincenti”.
Gomorra di Saviano rende un buon servizio o si rischia l’ effetto emulazione?
” Il dilemma è: di certe cose è bene parlare o no? Un poco come i femminicidi. Io non penso di avere la ricetta o la risposta sicura. Indubbiamente il rischio della emulazione esiste, ma non trovo giusto, come ha fatto il sindaco, scaricare certe colpe su Gomorra di Saviano. E’ un gatto che si morde la coda e tanto dipende anche dal degrado della famiglia. Ricordate che molti di quei ragazzi delle baby gang provengono da famiglie disagiate , problematiche o in crisi”.
Bruno Volpe