“Siamo in ritardo nella lotta al cyberbullismo. No alle foto dei bimbi nei social.” Lo dice in questa intervista a La Fede Quotidiana il noto parroco anti pedofili don Fortunato Di Noto, presidente e fondatore della benemerita Meter.
Don Fortunato, da poco è stata celebrata la giornata anti cyber bullismo. Lei è da sempre in prima fila nella lotta agli abusi sesuali contro i minori, a che punto siamo?
“Spiace dirlo, ma in Italia, per quanto riguarda il cyber bullismo, siamo in ritardo e non certo per responsabilità delle Forze dell’ Ordine molto preparate e sempre attive, fanno il loro massimo sempre. Dico che siamo in ritardo perchè era difficile prevedere in tempi tanto ristretti l’ esplosione del fenomeno che socialmente considero molto grave. Ma attenzione: indubbiamente il cyber bullismo va combattuto senza tregua, tuttavia non è da meno, anzi, rispetto al cyber bullismo sessuale e allo sfruttamento dei minori, alla violenza che spesso si determina”.
Da che cosa dipende?
” Esiste ancora un certo analfabetismo digitale anche tra i genitori e gli adulti i quali spesso non capiscono o sottovalutano la pericolosità potenziale del mezzo web e talvolta non si curano adeguatamente di quello che i figli vedono in rete e delle compagnie, non vigilano. Internet non è il male assoluto ed è cosa buona, però i genitori quando hanno figli di dodici o tredici anni devono svolgere attività di vigilanza e di accompagnamento e rendersi conto della navigazione. Inoltre, il tanto tempo trascorso in rete può causare forme di dipendenza”.
Sui social vediamo in tanti casi, postate foto di bimbi anche da parte dei loro genitori..
“E’ un errore gravissimo che si inserisce come dicevo in quell’ analfabetismo di cui parlavo prima. Mai pubblicare foto di bimbi in rete”.
Che cosa bisogna fare se si ha contezza di casi d cyber bullismo o per lo meno il fondato sospetto?
” Denunciare subito e senza esitazione, aprisi e parlare. Non bisogna mai avere remore e i genitori bene farebbero a capire lo stato di animo dei figli se accadono fatti del genere”.
Esistono volgarità ed aggresività in rete?
” Purtroppo questo lo dobbiamo riscontrare in numerossimi casi e lo tocchiamo con mano, anche io ne sono vittima. Nel lessico troviamo violenza, odio, fanatismo, volgarità gratuita, maleducazione. Una cosa è la satira o la libertà di critica e di espressione, ben altra la istigazione alla violenza o il linciaggio mediatico e l’ insulto. Del resto, questo aspetto è legato ad un generale degrado nella vita pubblica e basta vedere quello che succede nel Parlamento, in politica, e nei salotti televisivi che, in quanto a meducazione o spettacoli sconvenienti, persino in fascia protetta, non forniscono buon esempio. In ogni caso il cyberbullismo, come ogni forma di sopruso o violenza, va combattuto e bandito. Denunciate subito alle autorità competenti”.
Bruno Volpe