“Le apparizioni della Madonna delle Ghiaie meritano maggior attenzione e approfondimento, contengono spunti da non sottovalutare, di grande attualità”. Lo dice don Serafino Tognetti, Superiore della Comunità dei Figli di Dio (la Comunità fondata da don Divo Barsotti del quale egli è il successore), in merito alle apparizioni mariane di Ghiaie Bonate ( Bergamo). A Ghiaie (dove è stata eretta una cappella), la Madonna apparve alla piccola Adelaide Roncalli, di sette anni, tra il 13 e il 31 Maggio 1944. In una di queste apparizioni, la nona, Maria ricordava il valore della famiglia e chiedeva in merito, pazienza, mitezza, fedeltà. In sostanza, Maria a Ghiaie ha ricordato la centralità della famiglia. Il vescovo di Bergamo del tempo, Monsignor Adriano Bernareggi con un decreto del 1948, non constatava la soprannaturalità, tuttavia lasciava qualche spiraglio aperto. Da qualche tempo è on line una petizione per aprire un processo per la verifica della veridicità della apparizioni, petizione rilanciata da Antonio Socci nella sua pagina Facebook. La Fede Quotidiana ha intervistato don Serafino Tognetti, assertore delle apparizioni delle Ghiaie.
Don Serafino, qual è la importanza di quelle apparizioni?
“ La mia idea, dopo averne studiato i messaggi, è che a suo tempo si peccò di superficialità e frettolosità nell’ escludere la soprannaturalità, spero che oggi si possa cambiare rotta e ritengo che le apparizioni andavano studiate con maggior attenzione. I messaggi di Maria alle Ghiaie sono coerenti e teologicamente a posto, in linea con le precedenti apparizioni mariane. Anzi aggiungo che Maria richiama sulla famiglia e sul suo valore ed è stata profetica”.
Perchè?
“ Perchè oggi il secolarismo e il demonio attaccano la famiglia naturale e la vogliono far cadere per distruggere la società della quale la famiglia è pilastro. E’ sotto gli occhi di tutti una vera rivoluzione antropologica che pretende di far passare per buoni controvalori che urtano contro Dio. La famiglia tra uomo e donna, perchè solo quella è tale, appartiene al diritto divino prima ancora che naturale”.
Questo assedio alla famiglia, a suo giudizio, è relazionato con lo smarrimento del senso del peccato?
“ Certamente. Oggi anche la Chiesa, bisogna riconoscerlo, parla poco del peccato e ha anteposto tutto ai primi tre Comandamenti. In poche parole, si occupa maggiormente di sociale che di trascendente. Bisogna ricordare che la misericordia della quale tanto si parla, è relazionata al peccato e dunque non ha senso parlarrne senza menzionare la gravità del peccato”.
Sacramento della confessione, la vediamo molte volte praticare da seduti, uno di fronte all’ altro, penitente e confessore, possibile?
“ Il sacramento è valido , sia ben chiaro. Però è bene farlo da inginocchiato, non siamo al bar. Abbiamo tutti bisogno di recuperare il valore dei segni esteriori e l’ inginocchiarsi è simbolo di pentimento. Alcuni atteggiamenti esteriori sono dimostrazione della caduta della fede”.
Amoris Laetitia, che cosa ne pensa?
“ Bisogna studiare ancora a lungo il testo e io lo sto facendo. Innegabilmente si presta a qualche confusione interpretativa che forse sfocerà nella prassi , non so qualche volutamente o no . Dal mio punto di vista la dottrina non cambia e non può cambiare, neppure il Papa ha questo potere perchè non ne è il padrone , ma servo dei servi. Io in questo testo non vedo rischi di relativismo, ma di confusione applicativa. Del resto, il linguaggio usato negli ultimi documenti della Chiesa si presta a questa possibilità di confusione”.
Confusione anche nella liturgia?
“ Qui è in atto un decadimento. Penso agli applausi nelle messe, che sono un abuso . L’applauso, come noto, va a all’uomo , mentre la messa è diretta a Dio. E allora che senso ha? Sotto la Croce nessuno ha applaudito e la messa è mistero e sacrificio”.
Bruno Volpe