La Repubblica Dominicana è il prossimo obiettivo di una lobby , fortemente voluta dall’amministrazione Obama, per introdurre nel paese caraibico quei diritti per i gay che ancora non sono stati riconosciuti.
Per fare questo Barack Obama ha nominato ambasciatore nella Repubblica Dominicana Wally Brewster, noto attivista gay e sposato con Bob Satawake. Entrambi stanno cercando di agire per imporre alla società locale la loro agenda gay, puntando a forti azioni nei confronti di politici e organizzazioni sociali ma non hanno fatto i conti con il cardinale di Santo Domingo Nicolás de Jesús López Rodriguez che, nonostante tutte le pressioni che ha ricevuto, è emerso come il grande difensore della famiglia naturale, così apostolicamente difensore della sacralità della famiglia naturale che il senatore Dick Durbin ha scritto niente di meno al Papa Francesco “per ordinare il silenzio” all’arcivescovo domenicano.
Il cardinale Lopez Rodriguez non è un caso isolato. I leader politici del paese caraibico hanno pubblicamente accusato l’ambasciatore degli Stati Uniti e il suo partner di interferenza sull’assetto politico e diplomatico interno per promuovere l’agenda omosessualista di Obama.
Brewster, che il sito del dipartimento di stato americano definisce “dedicato a eliminare gli ostacoli alla uguaglianza, la lotta contro la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, e il sostegno alle comunità LGBT di tutto il mondo “, ha minacciato il presidente della Commissione elettorale del paese, Roberto Rosario Márquez, di ritirare il suo visto per entrare negli Stati Uniti se non verranno seguite le riforme da lui proposte. Lo stesso ha minacciato di fare con il cardinale, porporato che accusa l’ambasciatore di aver “presentato un ordine del giorno che non ha nulla a che fare con le sue funzioni diplomatiche”.
L’ambasciatore, recentemente ha pubblicato un video, con il suo partner, per il Gay Pride di Santo Domingo e ricoperto l’ambasciata con la bandiera arcobaleno. La prova che la Casa Bianca è alla base di questa agenda omosessualista nel mondo è l’accusa arrivata dal senatore Dick Durbin, che ha definito le dichiarazioni del prelato dominicano “intolleranti” e “incoerenti” con gli insegnamenti della Chiesa, accusando il cardinale di “istigazione all’odio” e “discriminazione”.
Matteo Orlando