di Mariella Lentini*
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Chiamato il “Poeta di Dio”, Giulio Salvadori nasce nel 1862 a Monte San Savino (Arezzo). Quarto di sette figli, Giulio trascorre serenamente l’infanzia assieme alla sua famiglia. Il padre Bernardo è un commerciante e la madre, Elisa Nenci, cura con amore i figli e li educa ai valori cristiani. Spesso li conduce al Santuario della Madonna delle Vertighe della quale è devota. Giulio è un bambino intelligente. Ama i libri e scrive poesie. Nel 1875 il padre si trasferisce con la famiglia a Roma dove apre una macelleria. Giulio sta per laurearsi in letteratura e già insegna in un liceo ad Ascoli Piceno. Amico dei grandi scrittori Giosuè Carducci e Giovanni Pascoli, Salvadori è un bravissimo docente che si fa apprezzare e amare dagli alunni. Per Giulio insegnare è una missione. L’importante per lui è far amare lo studio ai ragazzi e aiutarli a diventare adulti. La casa del professor Salvadori, infatti, è sempre aperta per i suoi ragazzi.
In questo periodo, però, il giovane insegnante attraversa un momento di crisi religiosa. Si avvicina alle idee sull’evoluzione di Charles Darwin e a quelle anticlericali e anticristiane, frequentando assiduamente il poeta Gabriele D’Annunzio, favorevole all’intervento dell’Italia alla Prima guerra mondiale. Intanto scrive con successo poesie e pubblica articoli sulle riviste più importanti dell’epoca. Il suo cuore si lascia, poi, travolgere da un sentimento proibito: si innamora di una donna sposata con tre figli. Giulio soffre per quest’amore “impossibile”, perché in cuor suo non può sopportare di rendersi responsabile della distruzione di una famiglia. Frequenta di nuovo la chiesa e sente che solo la fede cattolica lo può salvare dall’infelicità.
Torna a Roma, diventa docente universitario di letteratura italiana a La Sapienza e, in seguito, preside della Facoltà di Lettere e Filosofia all’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano. Le sue poesie diventano famose e papa Pio X gli fa riscrivere il catechismo che ancora oggi viene insegnato in ogni diocesi del mondo. Il poeta diventa terziario francescano e conduce una vita molto semplice, fatta di preghiera e di aiuto rivolto ai poveri. Fonda “l’Unione per il Bene” e, attraverso questa congregazione, il “Poeta di Dio”, come viene chiamato per le sue liriche dedicate al Signore, aiuta i bisognosi umilmente, senza clamore e diffonde, anche tra chi lo deride, i valori cristiani. Il “Poeta di Dio” muore a Roma nel 1928.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”