di Mariella Lentini*
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Irlandese, nato intorno al 500, figlio di un re, Frediano è abbastanza ricco da poter studiare e diventare monaco, la sua aspirazione. Intelligente, saggio e buono, desideroso di diffondere il Vangelo in Europa, il monaco parte in pellegrinaggio e si dirige a Roma. In questa grande e importante città Frediano compie approfonditi studi di ingegneria idraulica. Dopo aver arricchito la propria cultura, il religioso cerca un luogo dove vivere da eremita. La solitudine e il contatto con la natura incontaminata dall’uomo sono la condizione ideale cercata da uomini di Dio in ogni tempo.
Frediano si stabilisce in Toscana, sul Monte Pisano, tra Pisa e Lucca. I lucchesi si accorgono che su quell’altura vive un uomo speciale. Un uomo energico, buono e colto, che prega ed ha tanta fede. Così all’unanimità la popolazione decide di nominarlo vescovo. Sono tempi difficili. I continui saccheggi impoveriscono sempre di più i villaggi. Frediano accetta e subito si adopera per dare aiuto ai più poveri, ai contadini e ai pescatori e per convertire al Cristianesimo i nuovi dominatori, i Longobardi, atei e pagani.
Il vescovo compie anche vari miracoli. Il più famoso è la deviazione del fiume Serchio (affluente dell’Arno) che con le sue inondazioni minaccia i terreni coltivati e la città di Lucca. Con un rastrello e tante preghiere, Frediano traccia un nuovo percorso facendo deviare il fiume e rendendo fertili le campagne. Invece, durante la costruzione, a Lucca, della basilica voluta da Frediano, in onore dei Santi Vincenzo, Lorenzo e Stefano (oggi intitolata a San Frediano), si narra che il vescovo si sia caricato da solo un masso enorme che nessun operaio riusciva a smuovere e che lo abbia trasportato dalla cava fino al cantiere.
Grazie alle preghiere di Frediano il masso era diventato leggerissimo. Un altro evento prodigioso legato alla costruzione della chiesa è anche quello denominato il “miracolo del pesce”. Per finire la costruzione occorrono cento denari che il vescovo chiede a un ricco signore che, però, rifiuta. Durante il ritorno, navigando il Serchio, al signore avaro cade nel fiume la borsa con i cento denari. Dopo qualche tempo i pescatori pescano un pesce gigante e lo regalano a Frediano. Quale sorpresa quando il vescovo si accorge che nella pancia del pesce c’è la borsa persa dal ricco signore il quale, pieno di vergogna e pentito, prega Frediano di accettarli. Il vescovo, però, rifiuta ammonendolo: «Dio dona la ricchezza, ma può anche toglierla». Frediano muore nel 588 circa, a Lucca, dove oggi riposa nella basilica a lui dedicata.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”