di Mariella Lentini*
–
Nathalan è un ricco nobile scozzese vissuto nel VII secolo, nella regione di Aberdeen. È padrone di tanti terreni che fa coltivare da moltissimi contadini alle sue dipendenze. Il nobile è un padrone bravo, generoso, caritatevole; è un uomo religioso, ha il dono della fede. Crede in Gesù e nel suo messaggio e desidera con tutto se stesso aiutare il prossimo, soprattutto i poveri e i suoi subalterni. Il nobile scozzese è convinto che non sono i libri ad avvicinare l’uomo ai misteri divini. Per lui è stando a contatto con la natura che si può comprendere la grandezza di Dio.
Ogni giorno il santo ringrazia il Signore per l’immenso dono della vita; per il sole che illumina i vivi colori della terra, degli alberi, delle case; per le miti creature dell’aria che con i loro voli gioiosi invitano alla serena pace dell’anima; per ogni pianticella che vede germogliare e crescere. Vivere e amare il “Creato” per il ricco e nobile Nathalan significa amare il “Creatore”. Ecco perché lui stesso zappa, semina, raccoglie i frutti dei suoi campi, fianco a fianco con i contadini da lui pagati.
Nathalan è talmente buono che quando c’è una carestia e il raccolto è scarso dà ordine di distribuirlo tutto ai contadini affinché non patiscano la fame. Un giorno, però, Nathalan perde la pazienza e impreca contro Dio perché una violenta tempesta impedisce di procedere con la mietitura. Il buon padrone si ravvede, riflette sul suo comportamento e si pente tantissimo di aver proferito brutte parole rivolte al Signore. Decide di fare penitenza in un modo un po’ singolare. Si incatena la mano destra alla gamba sinistra e getta via la chiave del lucchetto nel fiume Dee. Si incammina così conciato verso Roma e fa un voto: avrebbe aperto il lucchetto solo dopo aver visitato la tomba degli apostoli di Gesù.
Arrivato a Roma Nathalan acquista un pesce per rifocillarsi. Il pellegrino scozzese non crede ai suoi occhi quando trova dentro le viscere del pesce la chiave del lucchetto gettato in Scozia nel fiume. Nathalan capisce di essere stato perdonato da Dio e va a raccontare la vicenda al papa in persona che, commosso, lo nomina vescovo di Aberdeen. Il santo scozzese ritorna nella sua patria dove muore, amato da tutti, intorno al 678.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”