di Mariella Lentini*
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Nel 1806, in una famiglia molto numerosa di contadini, nasce l’ottava figlia che viene chiamata Zoe. Dopo di lei arriveranno altri due fratellini. Siamo a Fain-les-Moutiers, in Francia (Borgogna). Quando Zoe ha appena nove anni perde la madre Maddalena Goutard. Addolorata Zoe chiede alla Madonna protezione per sé e per i fratelli. La ragazzina, ben presto, viene impiegata nelle faccende domestiche. Cresce in lei il desiderio di diventare suora. Non è istruita perché non è andata a scuola e a malapena sa leggere e scrivere. Però ha tanta fede, prega e sente che la sua vita deve essere dedicata al Signore e a fare del bene al prossimo. Il padre, Pietro Labouré, non la pensa come lei. Ha già una figlia suora, Maria Luisa, e non vuole “perderne” un’altra. Cerca di farle cambiare idea mandandola a Parigi, in casa di parenti, ma Zoe rimane convinta nella sua scelta. A ventiquattro anni entra in convento, a Parigi, e diventa suora delle Figlie della Carità, congregazione fondata nel 1633 da San Vincenzo de’ Paoli e Santa Luisa de Marillac.
Nel 1830, nel Convento di Rue du Bac (Parigi), iniziano le visioni. Zoe, diventata Caterina (dal greco, significa “donna pura”), vede San Vincenzo de’ Paoli. Poi le appare la Madonna, diverse volte. Non ne parla con nessuno se non con i superiori. Il 27 novembre 1830 Caterina vede la Regina del Cielo e della Terra sopra un globo (il mondo) avvolto da un serpente (simbolo del Male). Dalle sue mani fuoriescono fasci di luce (le grazie ottenute dal Signore pregando la Madonna) che inondano la Terra. Attorno alla Madonna appare una scritta in oro: «O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te». Poi, quando la Madonna si gira di spalle, Caterina vede una emme maiuscola luminosissima, sopra una croce, sotto il cuore di Gesù (circondato da una corona di spine) e della Madonna (trafitto da una spada).
I messaggi della Madonna sono sempre gli stessi: esortano alla speranza e, soprattutto, alla preghiera. In una apparizione Maria ha promesso: «Tutte le persone che useranno questa Medaglia, portandola al collo, riceveranno grandi grazie. Queste saranno abbondanti per tutti quelli che la utilizzeranno con fiducia». Caterina ne parla con i suoi superiori. Nel 1832, su indicazione della Madonna, viene coniata una medaglia, detta “Miracolosa”, che riproduce la visione di Caterina, e distribuita ai fedeli.
La “Medaglia Miracolosa” diventa popolarissima, allora come ai giorni nostri, e dispensatrice di tante grazie. Caterina per tutta la vita conserverà il segreto (solo i superiori sono a conoscenza delle sue visioni celesti) perché non aspira a diventare famosa. Lei, donna umilissima, non è stata che uno strumento, utilizzato come tramite tra la Madre di Gesù e la Chiesa e l’umanità intera. Sempre vissuta nell’ombra, curando ammalati, anziani e poveri nell’ospizio di Enghien (Parigi), Caterina Labouré muore a Parigi nel 1876. Oggi riposa nella cappella dove sono avvenute le visioni, nel Convento di Rue du Bac.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”