di Mariella Lentini*
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È una donna intelligente. Abilissima negli affari, lavoratrice instancabile e commerciante di successo. Ha solo ventisette anni e il secolo in cui vive è il 1700. Il suo negozio di bottoni, aperto anche la domenica e nei giorni festivi, va a gonfie vele. Jeanne Delanoue nasce nel 1666 a Saumur (Francia). I genitori hanno una merceria situata vicino al Santuario di “Notre Dame des Ardilliers”, dove si recano in pellegrinaggio i poveri della zona che chiedono alla Madonna di essere salvati dalla fame e dal freddo.
Nel 1693, una grave crisi economica, dovuta a inverni rigidi e a scarsi raccolti, riduce alla fame un quarto della città. Chi ha perso tutto si rifugia nelle stalle, ricavate scavando grotte nelle colline circostanti. Quando i genitori di Jeanne muoiono, la ragazza prende il loro posto nella merceria. Ha il cuore indurito dall’egoismo, pensa solo a se stessa, al negozio, ai guadagni. È avara e non si preoccupa di chi è più sfortunato. Un giorno viene avvicinata da Françoise Souchet, una pellegrina del vicino santuario, che le parla di Gesù e le dice che i poveri hanno bisogno del suo aiuto. Jeanne rimane colpita da questo incontro. S’interroga, prega, ha una visione della Madonna che le indica la sua nuova missione.
Jeanne cambia la sua condotta, diventa Giovanna della Croce. I ricchi del paese e gli stessi religiosi criticano la sua “disordinata” generosità, ma la giovane non ha dubbi. Sorretta dallo Spirito Santo regala la sua merce ai poveri, li va a trovare dentro alle grotte, porta cibo, vestiti e legna da ardere, lava i loro indumenti. Se non ha nulla salta i pasti pur di non lasciare un bambino a stomaco vuoto. I suoi poveri sono orfani, donne abbandonate, vedove, vecchi malati, ragazze costrette a prostituirsi per mangiare. Non si chiede se un povero merita di essere aiutato anche se, dopo averlo soccorso, lo induce ad imparare un mestiere.
Un giorno, bussa alla sua porta un bambino. È solo, non ha nessuno. Giovanna lo accoglie in casa sua. Poi ospita altri derelitti e la sua dimora diventa una comunità. È infaticabile. Dopo aver donato tutti i suoi beni, chiede l’elemosina affidandosi alla “Divina Provvidenza”, e i benestanti della città la aiutano. Arrivano anche altre ragazze a darle manforte e insieme danno vita alle Suore di Sant’Anna della Provvidenza (oggi denominate di Giovanna della Croce). Ospizi, asili e scuole si moltiplicano. Ora si trovano in Francia, Madagascar e Sumatra. La fondatrice muore nel 1736 a Saumur e viene proclamata santa nel 1982.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”