di Mariella Lentini*
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Paolo e Dionisia sono due sposi, ricchi e nobili, che si amano tanto. Hanno tutto dalla vita: la salute, l’amore, la ricchezza. Ma sono infelici perché, purtroppo, non riescono a concepire un figlio. Il tempo passa e la coppia sta diventando anziana. Paolo e Dionisia, però, non perdono la speranza di diventare genitori. Pregano tanto. Pregano sempre con fiducia implorando il Signore di poter avere un bambino. Dionisia promette che, se la sua invocazione verrà ascoltata, consacrerà il bambino a Dio. Così avviene. Le preghiere di Paolo e Dionisia sono esaudite e nel 377, in una regione dell’Armenia, nasce un maschietto che viene chiamato Eutimio. Il bambino a tre anni perde il papà, mentre la mamma mantiene la sua promessa: affida Eutimio al vescovo che lo educa alla vita religiosa.
Eutimio è un bambino buono, intelligente, incline alla spiritualità. A diciannove anni diventa sacerdote con l’incarico di ispettore dei monasteri della città. Il santo svolge con scrupolo il suo incarico, ma la sua anima aspira alla solitudine, all’ascolto intimo e vero della voce di Dio. Per Eutimio, nel silenzio, l’uomo ascolta Dio, il quale parla ad ognuno di noi attraverso la natura da lui creata, la Parola scritta nel Vangelo e internamente con segni e richiami. Eutimio si reca in pellegrinaggio verso Gerusalemme e qui conosce i “Padri del deserto”, i monaci che vivono in solitudine. Uno di loro, San Teotisto, diventa suo grande amico. Insieme vanno a vivere in una caverna trasformata, poi, in una chiesa.
Per guadagnarsi da vivere intrecciano ceste. Il resto del tempo lo trascorrono pregando e sottoponendosi a frequenti digiuni. Altri monaci desiderano seguire il loro esempio e vivere in solitudine. Eutimio li accoglie e li istruisce con alcune semplici regole di vita: essere umili, caritatevoli, casti, ubbidienti, avere fiducia nella “Divina Provvidenza”, dare il superfluo ai poveri, svolgere lavori manuali. Eutimio diventa famosissimo perché moltiplica miracolosamente il cibo sufficiente per dieci persone, sfamando, così, quattrocento pellegrini armeni accorsi per incontrarlo. Un giorno il santo, con un segno di croce, guarisce il figlio di uno sceicco il quale non solo si converte, ma diventa a sua volta vescovo ed evangelizza la sua tribù. Eutimio muore nella sua grotta a quasi cent’anni, nel 473, in Palestina.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”