di Mariella Lentini*
–
Di famiglia nobile, Ugo Canefri nasce nel 1168 circa a Castellazzo Bormida, in provincia di Alessandria, proprio negli anni in cui viene fondata questa città piemontese, per contrastare l’avanzata dell’imperatore tedesco Federico Barbarossa. Ugo è piccolo e magro, ma con un cuore grande. Educato alla fede e a rigorosi valori religiosi dal padre Arnoldo e dalla madre Valentina Fieschi, entra a far parte dei Cavalieri di Malta diventando sacerdote dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme.
Dopo aver preso parte alla terza crociata, dirigendosi verso i luoghi della Terra Santa, tornato in patria, diventa governatore del complesso San Giovanni di Prè a Genova, situato vicino al porto: una grande struttura che comprende due chiese e un ospedale per i malati poveri. Ugo è umile, dorme su una tavola, mangia pochissimo, si occupa personalmente dei malati e lava loro pure i piedi. Presto diventa famoso non solo per la sua bontà d’animo, ma anche per i suoi miracoli dell’acqua.
Un giorno mentre Ugo è assorto in preghiera, sente il lamento di un gruppo di lavandaie che litigano per contendersi la poca acqua, con la quale devono lavare i panni dei poveri malati ricoverati in ospedale. Il cappellano, impietosito, sceglie un grosso masso e, con un segno di croce, fa sgorgare una sorgente d’acqua pura, talmente copiosa da essere usata anche per tutte le altre necessità della borgata; proprio come Mosè quando, con il tocco del suo bastone, fece scaturire da una roccia l’acqua per dissetare il Popolo d’Israele nel deserto.
Un altro miracolo legato all’acqua fa tornare alla mente quello compiuto da Gesù alle Nozze di Cana: anche Ugo nell’occasione di un banchetto, tramuta l’acqua in vino. Ed ecco il prodigio che rende il sacerdote ancora più venerato dai genovesi: il mare è tempestoso, le onde sono altissime. Fanno paura. Una nave è in balia della burrasca, i pescatori a bordo pregano pensando che sia arrivata la loro fine. A terra le donne, disperate, piangono. Mamme, sorelle, figlie, mogli implorano Ugo di intervenire per salvare i loro cari. Ugo prega, tende le mani verso il mare come per benedirlo e, all’improvviso, le acque si calmano e la nave approda in porto, con il suo carico di uomini sani e salvi. Ugo muore intorno al 1233 a Genova. Il suo corpo riposa in questa città di mare, nella Chiesa di San Giovanni di Prè, di fronte alla Stazione Principe.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”