Saranno pure numericamente irrilevanti all’interno delle singole forze politiche (non solo per colpe proprie) ma, quando si tratta di riempire di contenuto espressioni come “bene comune, “cittadinanza attiva” e “democrazia partecipativa”, i cattolici sono gli unici che arrivano dritti al punto. La riprova arriva dal Manifesto appello diffuso nei giorni scorsi dai vertici dell’Azione Cattolica della Campania e indirizzato ai candidati alle prossime elezioni per il rinnovo della Presidenza e del Consiglio regionale. Agli oltre 900 aspiranti ad un “posto al sole” al Centro direzionale di Napoli i componenti di una delle organizzazioni più ramificate del mondo cattolico (l’Azione Cattolica è presente in tutte le ventitré Diocesi della Campania e in ben 530 parrocchie: conta complessivamente 33mila persone aderenti tra ragazzi, giovani ed adulti) chiedono “gesti concreti sul fronte della lotta alla camorra e alla corruzione ad ogni livello istituzionale perché la camorra e una vera e propria piaga sociale e dello spreco dei soldi pubblici da parte dei partiti”.
Ai cattolici “interessa il bene della nostra Regione” ma non per chissà quali interessi privatistici, semplicemente perché un ente ben amministrato può porre le condizioni per il pieno benessere e per lo sviluppo integrale della persona umana così come impongono il Vangelo di Gesù Cristo in primis e il Magistero e alla Dottrina sociale della Chiesa. A dir il vero se i politici che dicono di ispirarsi a questi valori avessero realmente operato nella direzione del bene comune non saremmo arrivati a questo punto. Ciò nonostante è necessario guardare al future con ottimismo, sperando che sia la volta buna per una discontinuità con il passato. L’Azione Cattolica chiede alle parti politiche in campo di uscire dalla logica degli slogan vuoti e di assumere impegni concreti contro la disoccupazione giovanile, la desertificazione industriale, i deficit dell’assistenza sanitaria, l’oltraggio all’ambiente e il gioco d’azzardo ed a favore della famiglia.
“Famiglia – dicono – che è, nella sua tradizionale e naturale conformazione (ogni ulteriore riferimento alle unioni pseudomatrimoniali tra persone dello stesso sesso è puramente voluto), un valore ancora forte ed insostituibile per le nostre comunità”. Con “azioni di sostegno alla scuola, all’università e al sistema della formazione, per consentire ai nostri giovani di competere su scala europea”, cambiare rotta è possibile. Come e con quali uomini e donne dipenderà dalle scelte degli elettori della Campania. L’auspicio è che l’esercizio del diritto – dovere di voto avvenga nella più assoluta libertà possibile senza alcun genere di condizionamento e che, esaurita questa fase, la nostra martoriata regione possa contare su una classe dirigente all’altezza del delicato al quale è chiamata.
Carmine Alboretti