“Sulla legge Cirinnà la Chiesa cattolica sin qui si è mossa male e probabilmente anche troppo tardi”. Lo dice Enrica Perucchietti, giornalista e scrittrice di successo, autrice dei libri “Uni Sex” e “L’Ultimo Papa”, dedicato alla rinuncia di papa Ratzinger. Con lei, La Fede Quotidiana ha parlato della discussa legge Cirinnà e del ruolo giocato dalla Chiesa cattolica.
Perucchietti, in che modo valuta l’operato della Chiesa cattolica davanti alla legge Cirinnà?
“Si è svegliata forse troppo tardi a livello di Cei e, nel complesso, dico che si è mossa male”.
Perchè tanto severa?
“Per l’atteggiamento, che reputo incomprensibile, del Papa, che è anche vescovo di Roma, e dunque Primate italiano. Con Ratzinger e Giovanni Paolo II le cose sarebbero andate diversamente. Del resto, i credenti rimangono a dire poco sconcertati quando sentono o leggono Bergoglio elogiare pubblicamente la Bonino mentre è in corso il dibattito sulla Cirinnà. La Bonino è una abortista convinta, non dimentichiamolo. Trovo la condotta di Bergoglio quanto meno ambigua e confusionaria”.
Che cosa non la convince di Bergoglio?
“Tante cose. Sta andando fuori della tradizione della Chiesa cattolica e in alcuni casi prende posizioni che riescono poco comprensibili in dottrina. Oggi sarebbe stata necesaria la fermezza dottrinale di Ratzinger, mentre Bergoglio fa l’occhietto alla Bonino. Il Papa argentino corre dietro al politicamente corretto e infatti riceve gli elogi delle lobby gay e degli atei,mentre le chiese si svuotano. Assistiamo ad uno progressivo smantellamento dei valori cattolici”.
Legge Cirinnà che cosa dire?
“Tutto il male possibile. Il vero problema è che ci vogliono abituare, poco alla volta, a valori sempre più contro natura come fossero cose scontate, pretendono che accettiamo principi che sono al contrario inaccettabili e in questo giocano un ruolo determinante i mezzi di comunicazione con la dittatura stantia dei buoni sentimenti e un bombardamento a senso unico, vedi festival di Sanremo. Una vergogna”.
E la legge?
“E’ figlia legittima di questo clima che poco alla volta, ma progressivamente ci porterà ad altre realtà oggi inimmaginabili dal punto di vista etico. E ‘ una picconata alla famiglia tradizionale e anche un rischio concreto di una deriva etica. Da qui al gender libero e imperante il passo mi pare breve”.
Bruno Volpe