“E’ offuscata la dimensione cattolica della Chiesa. Amoris Laetitia? Ha bisogno di chiarimenti”: ecco gli affondo di don Nicola Bux, autorevole teologo, in questa intervista a La Fede Quotidiana.
Don Nicola, meravigliato delle reazioni al documento-lettera di correzione fraterna indirizzato al Papa?
” Quel documento è coerente con l’ invito al dialogo rivolto e sollecitato ripetutamente dal Papa. Il Pontefice ha chiesto un confronto leale e a viso aperto , ha usato il termine greco parresia, che vuol dire parlare chiaro. Dunque, perché stupirsi? Del resto, il Diritto Canonico riconosce ai fedeli il diritto e talvolta il dovere di fare presente ai pastori il loro pensiero per il bene della Chiesa; anche perché i pastori non sono infallibili. Lo sono soltanto quando insegnano, in comunione col Papa, verità di fede e di morale, soprattutto nel concilio (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 2051). L’infallibilità è una prerogativa di Gesù Cristo, innanzitutto, che ha trasmesso alla Chiesa, per mantenerla nella purezza della fede; un servizio che deve compiere il Magistero vivente, di cui il Romano Pontefice è capo visibile. Il Papa è pertanto infallibile quando “con atto definitivo” conferma una dottrina riguardante la fede o la morale. Atto definitivo significa che il Papa propone qualche cosa da credere come rivelato da Dio e come insegnamento di Cristo, in tali casi i fedeli devono aderire con fede. L’assenso dei fedeli va tributato anche quando non si tratta di pronunciamenti definitivi, ma atti a migliorare la conoscenza di quanto rivelato da Dio in materia di fede e di costumi (Cfr CCC art.889-892). Non si può però obbedire, quando i pastori e soprattutto il Papa, invece di confermare, indeboliscono con pensieri, parole e atti la fede dei cristiani; questi, col dovuto rispetto, devono esprimere filialmente il loro dissenso. La pienezza di potestà del Papa nella Chiesa, non va confusa col potere assoluto su di essa. C’è da augurarsi che la proposta dei cardinali Mueller e Parolin, di avviare un confronto all’interno della Chiesa, abbia seguito”.
Amoris Laetitia, occorrono chiarimenti?
“Non sono un teologo morale, tuttavia, dalle numerose prese di posizione, dubbi e correzioni, che si susseguono da quando è uscito quel documento, da molti si ritiene che abbia bisogno di chiarimenti. Sono stati rilevati errori ed ambiguità teologiche, ma anche di natura filosofica e persino di logica. Quel documento sta producendo nella Chiesa, assieme al dibattito – talvolta scomposto quando non si vuol entrare nel merito degli argomenti – anche molta confusione circa la sua applicazione, in specie sul punto della Comunione ai divorziati risposati. Il Papa è colui che deve conservare il patrimonio della fede cattolica che la Chiesa ha in deposito, e dilatarlo affinché ai nostri tempi, gli uomini si convertano a Cristo e non restino nell’incredulità. Il Papa quindi non può rivoluzionare la Chiesa. La parola rivoluzione – termine politico -, è quanto di più lontano possa esserci per un cattolico. La Chiesa invece va sempre riformata, nel senso che deve correggere le deformazioni quando – con la convinzione che bisogna adattare il Vangelo ai tempi – ci si adegua, a volte senza accorgersene, alla mentalità e alle mode correnti.”
Questa Chiesa parla ancora di Dio?
” Dopo la recente prolusione del Presidente Cei, aumentano quanti obbiettano ai vescovi di parlare da politici, occupandosi di economia, di immigrati, di lavoro, di ecologia, ecc. Insomma, si occupano di cose che riguardano la politica, quando dovrebbero occuparsi di proclamare il vangelo e amministrare i sacramenti, in quanto la loro vocazione di ministri è quella di rendere gloria a Dio e salvare le anime.Il Signore non ha risolto i problemi della povertà, della fame e della guerra, ma, ha predicato la conversione a Dio, quale condizione per risolverli, mai definitivamente. Come ha detto: “i poveri li avete sempre con voi”. Nella nostra società scristianizzata, avviene una invasione di campo; visto che la gente è sempre più lontana dalla Chiesa, ci si aspetterebbe dai vescovi un bilancio impietoso dei piani pastorali degli ultimi decenni. Ma quello che accade, a ben vedere, è la risultante di un altro e più grande problema”.
Prego..
” Ebbe a denunciarlo Ratzinger, ancora cardinale, nel 1985: è in crisi l’idea di Chiesa. La si ritiene una organizzazione che debba occuparsi dei corpi e non delle anime.Invece Gesù Cristo è venuto nel mondo per salvare l’uomo dal peccato e riportarlo a Dio Padre come figlio adottivo,non per risolvere i problemi economici e sociali conseguenti all’occcupazione romana della Palestina. Inoltre, si è fatta strada una idea di Chiesa che va “da Che Guevara a Madre Teresa” – canta Jovanotti – dove ognuno, senza necessariamente convertirsi a Gesù Cristo, continua a vivere come gli pare, a prescindere dai comandamenti. Tutto questo porta all’offuscamento della identità cattolica, anche perché nella Chiesa è penetrato un pensiero non cattolico. Alla base, dunque, ci sta un grande fraintendimento proprio sulla ragione per cui Cristo ha fondato la Chiesa”.
In che stato è oggi la Chiesa?
” Solo un cieco può negare che la Chiesa sia in stato di confusione e, come ha affermato recentemente il professor Galli Della Loggia, “si sovrappone” e fa quasi concorrenza alle grandi agenzie internazionali, Onu e Fao, che “nulla hanno a che fare con la tradizione cattolica, se non le sono proprio ostili”. Bisogna reagire a queste deformazioni. La Chiesa deve salvare, cioè aiutare l’uomo a non perdere l’anima, che è ciò che lo fa vivere: questa è la sua missione. Gesù ha detto che a nulla serve guadagnare il mondo intero se si perde per sempre l’anima.”.
Bruno Volpe
Caro Don Nicola, come ci ha insegnato bene San Giovanni Paolo II nella Redemptor Hominis, Gesù è venuto per salvare gli uomini nella loro integralità: anima e corpo.
Finalmente!!