Secondo i dati pubblicati dall’Istat, oltre 4 milioni di italiani sono in povertà assoluta e questo indicatore coinvolge pesantemente moltissime famiglie. La Fede Quotidiana ha intervistato per un commento il vescovo di Palestrina Monsignor Domenico Sigalini, che ha parlato anche del caso del cardinal Pell con una tesi niente affatto peregrina.
Eccellenza, 4, 7 milioni di italiani in stato di povertà assoluta. Che si può dire?
“ Il dato parla chiaro e significa che esiste una sofferenza. Ritengo che sia giusto avere fiducia nel futuro, tuttavia, davanti ad un indicatore del genere occorre preoccuparsi. Non dico che siamo alla fame, ma esiste e lo vediamo ogni giorno in diocesi e parrocchie, una condizione difficile”.
Che cosa vedete?
“ La fila di gente che ci chiede aiuto e soprattutto un lavoro. Nei tanti incontri che abbiamo, il tema ricorrente è proprio la mancanza di lavoro e la ricerca di una occupazione per i giovani. Preti e vescovi fanno quello che possono, ma non sono agenzie di collocamento. Un altro aspetto, altrettanto allarmante, è che molti italiani per ragioni economiche, non si curano più la salute. La vera grande emergenza è il lavoro. La solidarietà della Chiesa serve a tappare buchi, ma occorrono interventi seri e strutturali a difesa delle famiglie”.
E la politica?
“ Potrebbe fare di più. Invece si è pnesato alle unioni civili che non erano e non sono la priorità e i numeri delle unioni fatte lo dimostrano”.
Caso Pell. Lei in tv a La 7 ha sostenuto una tesi alquanto singolare, quella di un possibile complotto…
“ Io dico questo. Non so se le accuse verso il cardinale sono vere o false, questo lo decideranno i giudici anche se per tutti, incluso Pell vale la presunzione di innocenza. Mi domando: se verrà assolto chi riparerà al danno dopo tanto clamore? Si danno le notizie con grande enfasi e dopo, quando arriva una assoluzione poche righe. Le accuse risalgono a molto tempo addietro, ma occorre ricordare che Pell ultimamente si è occupato di questioni finanziarie vaticane e allora quando uno tocca o maneggia denaro è possibile che abbia scontentato qualcuno, che forse ha deciso di fargliela pagare aizzando e rivangando vecchie accuse. Del resto, quando ci sta di mezzo un cardinale o un vescovo si va a nozze “.
Pedofila nel clero, che ne pensa?
“Un orrore e un crimine orrendo e chi sbaglia deve pagare. Un prete che si macchia di questo è moralmente più grave. Però, lo ripeto, io non seguo il consenso e dico che è un errore e sbagliato ridurre allo stato laicale il prete pedofilo. Perchè, ridotto alla stato laico e una volta maestro di ginnastica, per esempio, state certi che cambierà inclinazione? Nessuno buonismo e chi sbaglia paghi, ma anche per il sacerdote pedofilo non è pensabile una condanna a vita e per sempre. Non diciamo che l’ ergastolo è inumano? Io non sono affatto un protettore di preti pedofili, ma un vescovo prima di tutto è padre per il sacerdote e in caso di abusi io non devo denunciare. Ci deve pensare in prima battuta il genitore e solo dopo tocca al vescovo”.
Bruno Volpe
Nono, “ridurli” allo stato laicale è sbagliato, ma ridurli “in fin di vita” è cosa buona e giusta… Caro Monsignor di ‘sto cazzo, le auguro d’incontrare un genitori di uno dei figli abusati e le auguro, che non abbia gli istinti omicidi che ho io… I pedofili VANNO CONDANNATI, i PRETI pedofili, sono pure peggio… E per quanto mi riguarda, “Dio perdona, Io no!”
“in caso di abusi io non devo denunciare”
Questa si chiama correità. È uno schifo immondo.
Tanta preoccupazione per ciò che capita al prete pedofilo scoperto e denunciato, neanche una parola per le vittime.
[…] lafedequotidiana.it […]
Certamente il primo disgraziato è il prete che piuttosto che magari unirsi ad una donna perchè non riesce a tenere fede al celibato, proprio deve scendere a toccare una creatura ancora immatura e quindi indifesa, bisognosa della reazione pronta di chi vede, percepisce, dubita e sente eventuali indizi di abuso.
Per me i preti hanno bisogno della vicinanza morale e del supporto continuo dei fedeli e delle fedeli adulti, che oltre a chidere, lagnarsi e portare le loro lacrime come figli, hanno anche il compito di svolgere un ruolo di controllo buono sull’umore, sul morale e sullo stato del loro Padre. Forse queste orribili cadute potrebbero essere in qualche modo arginate, magari evitate, se invece di perseguitare, giudicare e condannare, si iniziasse ad amare noi tutti i preti fin dai seminari. Che metodi si usano per educarli? Gli insegnanti come si rivolgono loro? Che meccanismi si usano per punire e per premiare? Come si giunge a diventare pedofili e pedofile.
Inoltre, qualcuno si sta curando di controllare come si comportano le donne che si insinuano nei contesti delle Chiese? Lo sapete che esiste la pedofilia al femminile?