Un sontuoso affresco sulla storia in forma di dialogo. E’ il canovaccio del saggio, eccellente e in forma di dialoghi immaginari, scritto dall’economista- banchiere Ettore Gotti Tedeschi, Opus Dei, dal titolo “Colloqui minimi, l’arte maieutica della polemica”, edito per Fede e Cultura. Come si diceva, il libro, agile e scorrevole, è una raccolta di dialoghi immaginari tra l’autore ed alcuni personaggi storici, inclusi santi. Dalle pagine emerge l’ enorme cultura dell’ autore, unita a qualità di umanista, e perchè no, di polemista. Vi si affrontano vari argomenti molto attuali come il relativismo, il crollo dell’ autorità, il dilagare del brutto, l’ eresia nella e della Chiesa, la gnosi, l’ economia senza morale, il rifiuto del cristianesimo. Troviamo provocatoria la domanda iniziale: è Cristo e la sua Chiesa che fanno la storia o è la storia che fanno Cristo e la sua Chiesa? Abbiamo intervistato Ettore Gotti Tedeschi.
Professor Gotti Tedeschi, come è nato questo saggio?
“Volevo lasciare ai miei nipoti alcune riflessioni con i maggiori personaggi della storia sui quali sia chiaro, non do giudizi, solo considerazioni. Generalmente scrivo pubblicazioni, ma pubblico a mie spese. Questa volta, però, l’ editore di Fede e Cultura ha voluto provvedere lui”.
E’ una bella carrellata di affreschi nei quali appaiono anche santi. Per esempio San Michele Arcangelo, perchè proprio lui?
” Lo ho scelto, ma assieme a lui anche San Francesco e San Josè Maria Escrivà, perchè ci sta una bella preghiera, quella di Leone XIII. Domando al santo per quale ragione mai la hanno tolta alla fine della messa? Certo, oggi il Papa parla tanto del diavolo, ma il problema sono i tanti collaboratori e teologi che dicono il contrario senza vere conseguenze”.
Economista ed umanista, come la mettiamo?
” Un economista- banchiere, per essere completo, deve capire sul serio il senso della storia, non basta essere colti. Bisogna avere visione globale della storia e della vita”.
Tra i temi affrontati troviamo anche quello del rapporto tra Gesù e la ricchezza. Chi meglio di un economista può trattarlo. Gesù era davvero contro i ricchi?
” No, niente affatto e non voleva gente affamata o in miseria, ma le cose fatte per bene. Anzi produrre ricchezza e benessere è all’insegna di quello che ci ha insegnato. Gesù non contesta il denaro, ma solo il cattivo uso, la illecita provenienza e soprattutto l’avarizia”.
E allora?
“Se la prende, come dicevo, col cattivo uso. Il Signore apprezza maggiormente un ricco che ha lavorato bene rispetto ad un povero invidioso e sciatto. Il pauperismo è un grave errore sia dal punto di vista economico che culturale. Non si insegna che vengono prima i doveri dei diritti. Il pauperismo coccola e non aiuta a crescere, alla pari dell’ assistenzialismo che è umo dei più colossali sbagli economici ed educativi. Se vuoi far del male ad una persona, assicuragli tutto e fai assistenzialismo a buon mercato. Non crescerà mai”.
Bruno Volpe
Il Vangelo è chiarissimo sull’argomento e numerosi sono i passi più che espliciti che stigmatizzato la ricchezza. Anche l’apostolo Paolo esorta a cercare i beni “di lassù ” e non di “quaggiù “.
Ma scusate, che pretendete che dica un banchiere?