“La sentenza del Consiglio di Stato non sorprende, era attesa. Con Ratzinger le cose sarebbero andate diversamente”. Lo dice in questa intervista a l’onorevole Eugenia Roccella commentando la recente pronuncia del Consiglio di Stato che ha imposto entro il 15 di agosto l’applicazione della Cirinnà e che in gran parte ha silenziato il diritto alla obiezione di coscienza da parte degli Ufficiali di Stato Civile.
Onorevole, sorpresa?
” No, non mi meraviglia affatto ed anzi dico che questa sentenza era scontata e prevista. Dopo il passaggio della Cirinnà non era pensabile attendersi cose diverse ed ora tutto è possibile. Non ci vedo niente di sconvolgente rispetto al già visto”.
Però è stato ridotto e di molto il diritto alla obiezione di coscienza…
” Lo ribadisco, non mi straccio le vesti ora. Il vero problema è stato l’ approvazione della legge allora e il mancato esame degli emendamenti tra i quali, appunto, figurava il tema della obiezione di coscienza. Era ovvio che venuti meno quegli emendamenti sulla obiezione, si sarebbe arrivati a questo. La sentenza è solo il punto finale e conseguenza di una mentalità e di un clima”.
Che mentalità?
” Quella che le associazioni e i movimenti gay ci vogliono imporre e che sta riuscendo loro: far pensare che le loro tesi siano giuste e rispondenti al bene comune. Penso al baccano che si è scatenato contro un giornale che ha descritto in modo veritiero quanto accaduto a Cava de’ Tirreni per uno stupro di gruppo. Magari il titolo era molto forte, però la sostanza corretta. E’ in atto un tentativo di orientare la stampa e la pubblica opinione creando una specie di cappa”.
Se la Cirinnà è stata approvata, però, lo si deve anche ai voti, determinanti, di molti parlamentari cattolici, come la mettiamo?
” Io non mi permetto di dare pagelle sulla cattolicità o la fede delle persone e ciascuno sarà giudicato per quello che ha fatto o non ha fatto. Dico solo che molti parlamentari che si professano credenti ci hanno lasciati soli e non hanno svolto il loro dovere. Questo, duole dirlo, è il Parlamento con la minore presenza attiva di cattolici che si impegnano secondo coscienza ben formata”.
Il ruolo della Chiesa cattolica in tutto questo?
” Ha scelto la via dell’ impegno dei laici e noi lo abbiamo fatto al meglio, basti vedere il successo di gente ed organizzativo del Family Day. Se la stessa manifestazione la avesse organizzata e realizzata il PD ne avrebbero parlato per un mese. In quanto al Papa forse era rassegnato o non ritiene di dover dare la precedenza ai valori non negoziabili, anche in virtù della sua provenienza geografica. Certo, con Giovanni Paolo II o Ratzinger le cose sarebbero andate diversamente”.
Bruno Volpe