Bono Vox, leader degli U2, nel corso dell’incontro “It begins with me. How the world can end hunger in our lifetime”, organizzato a Expo 2015 per il sostegno alle iniziative del World food programme, ha reso ancora una volta la sua testimonianza di fede e pragmatismo cattolico irlandese e, dopo l’impegno per una campagna mondiale per l’azzeramento del debito dei paesi del terzo mondo e di aiuti all’Africa, Bono si sta battendo per i problemi della fame nel mondo. In tutti questi anni il leader degli U2 ha scritto canzoni, articoli, interventi a supporto del suo impegno etico e sociale, e lui ne è riconoscente a Dio anche nella sua musica, da “Gloria” a “40” (il Salmo). Anche la famiglia è un valore fondante: è sposato con Alison Stewart dal 1982. I due, che si sono conosciuti nel 1975 e hanno quattro figli, hanno creato il marchio di abbigliamento Edun per combattere la povertà in Africa. Bono non ha mai fatto mistero della sua fede cattolica.
Se prima la si intuiva dai testi profondamente spirituali, ultimamente il suo amore per Gesù e per la religione cattolica traspaiono sempre più spesso nelle interviste che di volta in volta rilascia. Già nel libro “Bono on Bono”, afferma di sentire il rapporto tra l’umanità e Gesù come un rapporto orizzontale, grazie alla maggiore familiarità con la figura di Cristo. In altre interviste Bono afferma che chiunque si fosse proclamato Messia, in qualsiasi epoca, sarebbe stato considerato un folle, e non avrebbe avuto alcuna speranza di coinvolgere milioni di persone per 2000 anni. A meno che non fosse davvero il Figlio di Dio e Gesù evidentemente lo era. Inoltre Bono ha rivelato l’abitudine familiare di riunirsi su un grande letto, leggere insieme la Bibbia e poi pregare insieme, non dimenticando la preghiera in chiesa e per strada.
Rock band italiana aperta ai valori cristiani, sono i The Sun, gruppo vicentino formato da Francesco Lorenzi (autore, cantante e chitarrista), Riccardo Rossi (batterista), Matteo Reghelin (bassista) e Gianluca Menegozzo (chitarrista), che riescono a parlare di Dio fra le righe di una musica potente e ritmata. I The Sun sono passati da una vita fatta di eccessi (alcool, sesso, droga) ad un impegno cristiano, grazie ad un corso in una parrocchia e alla constatazione dei legami veri che nascono nella condivisione della fede. Così quattro giovani che da tempo non frequentavano più la chiesa hanno riscoperto un percorso di fede. “Abbiamo incominciato a cantare in italiano e dopo la pubblicazione del primo album “Spiriti del sole” un prete ci ha invitato in Terra Santa, a Betlemme, a cantare per la pace. È stata un’esperienza fortissima. Poi ci siamo impegnati in una raccolta di fondi per i cristiani di quei luoghi”. Poi, nel 2012 è arrivato anche un secondo album, “Luce”. Le loro canzoni parlano di coraggio, di sessualità vissuta con amore, della vita dopo la vita, dell’amicizia. La band si è esibita anche in occasione di eventi nei quali erano presenti Papa Benedetto XVI e Papa Francesco.
I Metatrone, invece, sono un gruppo Catholic Metal, made in Sicilia, formato da 5 persone accomunate dall’amore per la musica e dalla fede. Tra di loro c’è anche don Davide Bruno, che recentemente ci ha raccontato che inizialmente componeva musica con sonorità molto più dure, poi, con il suo cammino verso Gesù ha cominciato a cambiare il suo modo di comporre ed ha coinvolto anche gli altri componenti del gruppo. Nei loro testi e nei loro videoclip i riferimenti alla fede cristiana sono notevoli. Tra tutti basta ascoltare il clip In Spe Resurrectionis, girato nei garage del quartiere di Librino di Catania (https://www.youtube.com/watch?v=D2OQwmClcY4). Attraverso la musica i Metatrone riescono a raggiungere un pubblico giovane sapendo che come dice Don Davide, «Gesù non va imposto, ma mostrato in maniera semplice con i pregi e le fragilità degli uomini».
Un giovane cantautore emergente (è stato l’ospite musicale a Miss Blumare 2015) è l’artista calabrese Luca Rocca (https://www.youtube.com/channel/UCLwtJWHQOi4NeyEHXOulDfg). «La musica, attraverso la promozione dei valori, può invogliare i giovani ad allontanarsi da droghe e alcool – dice a La Fede Quotidiana -. La musica può e deve essere usata per portare messaggi positivi a chi ascolta. La musica è un’arte, è un’emozione, è una liberazione. Guai se la si usasse per scopi distruttivi. Bisogna stare attenti con il pubblico giovanile, perchè è il tipo di pubblico che, spesso e volentieri, è solito prendere alla lettera testi di canzoni contenenti messaggi negativi. La musica non porrà di certo fine ai problemi legati a droga, alcol, guerre ecc. ma sicuramente può essere la colonna sonora del cambiamento di ognuno di noi».
Qual è la tematica che preferisce affrontare nei suoi testi?
«Le mie canzoni parlano semplicemente di ciò che accade nel mondo circostante. Sicuramente mi ispiro a cose vissute anche in prima persona, ma sono molte le canzoni in cui parlo di situazioni e cose vissute da altri. Non sempre i testi sono espliciti, molte volte utilizzo delle metafore. Non c’è una tematica precisa. Posso parlare di amore, ma non solo dell’amore inteso come sentimento che lega due persone. Mi piace dare all’amore un concetto più universale. Nelle prossime canzoni affronterò tematiche più delicate come il sesso, la droga e altro ancora. Tutto questo ovviamente anche per cercare di dare un messaggio importante a chi ascolta le mie canzoni».
Molti parlano del rock come qualcosa di negativo. Come si fa “rock positivo”?
«Per molti anni si è sentito parlare del rock come la musica di Satana. Sicuramente in passato sono state scritte canzoni contenenti messaggi più o meno espliciti inneggianti al demonio, al suicidio, alla droga. Ma è altrettanto vero che non bisogna assolutamente generalizzare, perché l’epoca del “sex, drug, and rock’n’roll” si è rivelata un inganno bello e buono. Abbiamo esempi di scomparse premature. Basta pensare a Kurt Cobain, Jimi Hendrix, Janis Joplin e la più recente Amy Winehouse. Il rock non è questo. Il rock è celebrazione, gioia e, perché no, anche preghiera».
È difficile per un giovane cantautore che propone testi sui valori farsi spazio nel mondo della musica?
«Oggi come oggi è molto difficile. Non c’è più chi investe sugli artisti, o comunque è molto raro. I talent show sono al 99% l’unico trampolino di lancio per gli artisti che vogliono diventare un fenomeno mediatico e avere una grande visibilità. È pur vero, però, che tutto questo è una lama a doppio taglio a mio avviso. A questi livelli l’artista è sempre meno artista e sempre più prodotto commerciale».
Matteo Orlando