Già 10 mila filippini hanno firmato una petizione per chiedere le dimissioni di due vescovi che ritengono responsabili per “la divisione tra i fedeli cattolici e il popolo filippino”. La colpa (sic!) di questi vescovi è quella di non sostenere il presidente neo eletto Rodrigo Duterte, il nuovo capo di Stato, dittatore auto-professato, che spesso si è messo in contrapposizione con la Chiesa e i suoi insegnamenti.
La petizione chiede all’arcivescovo di Manila, il Cardinale Luis Tagle, di richiedere le dimissioni di Socrates Villegas, presidente della Conferenza episcopale delle Filippine, e del suo predecessore, l’arcivescovo emerito Oscar Cruz di Lingayen-Dagupan.
Secondo Pablo Tecson, che ha creato la petizione, i prelati hanno interferito “nella politica del paese, quando abbiamo una separazione tra stato e chiesa. Le loro azioni non parlano per tutti i vescovi, sacerdoti, religiosi, suore e per la popolazione cattolica nel Paese”.
La petizione aggiunge: “La Chiesa cattolica è stato vittima delle azioni di questi due vescovi e i fedeli cattolici sono stati colpiti dalle bocche sporche di questi due vescovi”. I firmatari sollecitano anche l’arcivescovo Giuseppe Pinto, nunzio apostolico nelle Filippine, per intervenire disciplinarmente sulla coppia di vescovi e si augurano che le loro richieste raggiungano Papa Francesco.
Il vescovo Villegas aveva difeso Papa Francesco da Rodrigo Duterte quando quest’ultimo lo aveva definito “un figlio di puttana”. Villegas aveva detto: “Quando un uomo riverito e amato e ammirato come Papa Francesco è maledetto da un candidato politico e il pubblico ride, posso solo piangere di vergogna”.
Matteo Orlando