“E’ in atto una deriva o piano inclinato contro sacralità e bellezza della vita umana”: lo dice in questa intervista che ci ha rilasciato il noto professor Filippo Maria Boscia, Presidente Nazionale dell’ Associazione Italiana Medici Cattolici a margine di un interessante convegno di studio tenutosi a Bari ed organizzato dall’Ordine degli Avvocati e dall’Associazione Liberi Avvocati sul tema: “ Questioni di fine vita ed obiezione di coscienza”.
Presidente Boscia, ha un senso sentire dire, come spesso accade, che ciascuno è libero di fare della sua vita quello che vuole?
“No. Se la vita è mia, come qualcuno ripete, devo averla comprata. Invece mi risulta che noi non spendiamo un soldo. Ne risulta che la vita è un dono. Purtroppo, una visione ridotta e concentrata solo su economia e finanza, o meglio alle loro estreme conseguenze, spingono verso una deriva eutanasica, un piano inclinato contro la bellezza e la sacralità della vita, anche quella di chi è anziano e gravemente ammalato. Occorre prima di ogni cosa, rieducare al senso della vita ed anche della morte. Questa è una società egoista , che bandisce coloro che reputa scarto, coloro che non producono profitto e sono addirittura causa di spesa pubblica, nel nome di quella che viene definita bio politica del corpo. Si invoca la morte per finta pietà, un poco per una cultura sbagliata, molto per quello che dicevo prima, la visione dello scarto di chi ormai è fuori del mercato. E’ una mentalità che ci porta ad esorcizzare la morte. Naturalmente è anti cristiana”.
Deriva etica?
“Certamente, etica e sociale, una cosa che non deve sorprenderci , l’ abbiamo già vissuta e la viviamo con l’ aborto, cosa che porta alla piaga sociale della denatalità”.
Si è parlato del caso del dj Fabo e relativa sentenza della Consulta, la quale per la verità aveva dato tempo al legislatore..
“Non condivido. Lo Stato o un giudice non possono legiferare su vita o morte di un soggetto Mi domando: la Corte che cosa si aspettava dal legislatore? Ed è lecito ad un giudice dare del tempo alla politica? Ho seri dubbi. La verità è che viviamo in una società che è a favore dell’ eutanasia,che banalizza questa problematica. A mio avviso è arrivato il tempo di rieducarci alla idea di vita e di morte, alla sofferenza e ne abbiamo terribilmente paura, temiamo l’ agonia e di morire soli. E’ un momento schizofrenico. Non esiste più o è molto ridotto, il richiamo alla bellezza della vita e del vivere”.
Le spinte al suicidio assistito?
“Spesso sono causate da finta pietà che maschera egoismo o calcolo di spesa pubblica. Altre volte tutto questo è la risposta dovuta a carenze di cure, al fatto che non sappiamo accompagnare adeguatamente il malato e la sua famiglia in tali momenti”.
Obiezione di coscienza del medico..
“La rivendico ed è un diritto. Trovo intollerabile che si pensi di violare il sacrosanto principio di autodeterminazione del medico, il quale deve rispondere solo alla sua coscienza in libertà ed autonomia”.
Il suicidio assistito è un valore?
“Stiamo facendo diventare lecito il diritto a morire. Il suicidio non è mai un valore, bensì un disvalore”.
Bruno Volpe