Nel suo ultimo viaggio apostolico, Papa Francesco ha usato parole forti sulla ideologia gender che ha definito “una guerra mondiale contro la famiglia”, specialmente se presente nei programmi di scuola. Lafedequotidiana ha intervistato Filippo Savarese, Portavoce Nazionale di Generazione Famiglia.
Savarese, che valutazione date alle parole del Papa?
“ Siamo grati al Santo Padre, del resto chi si meraviglia per i toni adoperati è in errore. Il Papa è stato sempre categorico contro il gender e nel respingere questa ideologia. Semmai nel passato i media non hanno dato il giusto risalto”.
Per quale ragione siete grati al Papa?
“ Con la sua autorevolezza ha risollevato il problema gender, che pareva messo da parte. Indubbiamente noi laici possiamo fare sentire la nostra voce, ma il Papa inevitabilmente ha una cassa di risonanza più ampia. Non a caso, le reazioni sono state notevoli e in molte parti, l’interesse su questo tema è ripreso. Insomma, il Papa ha avuto il grande merito di risollevare il problema e non lo considero cosa da poco”.
Il giorno dopo, però, ha usato parole di apertura su gay e trans, passo indietro?
“ No. Una cosa è l’ approccio pastorale della Chiesa che usa misericordia, altra è gridare alla pericolosità del gender. Su gay e trans e relativa necessità di tenerezza, il Papa non ha detto niente di nuovo. La Chiesa va verso tutti e non esclude nessuno, certamente invitando alla conversione. Criticare il Papa come qualcuno ha fatto per le parole su gay e trans non è giusto”.
E se il pontefice avesse usato gli stessi toni durante l’ iter approvativo della Cirinnà?
“ Credo che non sarebbe cambiato molto, anche se non esistono controprove. Il Governo aveva scelto di correre con arroganza senza neppure consultarci. Lo dico senza polemica, sui temi italiani magari forse il Papa non sempre ha dei buoni consiglieri”.
Referendum costituzionale, che cosa farete?
“ Eravamo per il no e manteniamo questa posizione. Non vogliamo una deriva autoritaria che porti a favorire per legge potentati . Ed è il solo modo per opporsi all’ arroganza di chi comanda oggi questa nazione”.
Bruno Volpe