“Continua la persecuzione a carico di Padre Stefano Manelli, il cui vero delitto è quello di volere riportare il francescanesimo alla originaria povertà del ” Poverello d’Assisi ” e di chiedere di consacrare la vita dei frati alla Immacolata, secondo i continui richiami delle predizioni mariane. Le questioni sorte attorno a questi due voti ( che furono immediatamente approvati da Giovanni Paolo II) sarebbero dovute rimanere all’interno della vita della Chiesa.” Lo afferma il suo avvocato, Enrico Tuccillo.
“Essendo essi in odio a chi sotto la copertura della tonaca vive di solo materialismo, si pensò di denunziare P. Manelli al Procuratore di Avellino per truffa. – spiega l’avvocato Tuccillo – E quando i Giudici del Tribunale e della Cassazione dichiararono l’insussistenza del reato, rincararono progressivamente l’accusa fino ad inventare calunnie infarcite di sesso, violenza e persino di omicidi. In seguito un recente provvedimento del Procuratore di Avellino ha chiesto ed ottenuto l’archiviazione a favore di P. Manelli anche di queste ultime accuse. E noi credevamo di dovere ormai limitarci ad attendere le indagini relative ai reati denunciati dai Frati dell’Immacolata a carico dei calunniatori. Invece, incredibile a dirsi, riprende la persecuzione,tentando questa volta, e proprio sotto il pontificato di Papa Francesco di strumentalizzare le Congregazioni e i Tribunali della Chiesa con metodi che richiamano alla Umberto Eco i processi tanto esecrati della “Santa Inquisizione”.
Secondo Tuccillo, principe del foro napoletano, “sullo sfondo di questa terribile cultura appare chiara la operazione in atto tesa ad attribuire a Padre Manelli l’assurda accusa di avere armato il feritore dei due frati di Santa Maria Maggiore. Non solo ai Giuristi ma a tutti gli operatori giudiziari non può sfuggire che mai come in questo momento P. Stefano, assorto nella scrittura del libro sulla Madonna, continua a pregare per tutti i suoi “nemici”. Anche a Padre Pio accadde, fino a quando Papa Giovanni XXIII non intervenne allontanando quello stesso branco di fameliche iene, che ora latra attorno al fondatore dei Frati e delle Suore dell’Immacolata.”
Caro Michele Ippolito, sulle esternazioni di questo avvocato va steso un velo di silenzio. Già è orribile strumentalizzare l’aggressione subita da due frati, mentre si trovavano impegnati per la Gloria di Nostro Signore nel Centro della Cristianità, la Basilica Patriarcale di Santa Maria Maggiore. Ma che a farlo sia un omino, che si incaponisce nel mischiare il sacro delle Suore Francescane dell’Immacolata, con il suo volgarissimo profilo facebook tutto pieno di donnine svestite.. ne corre. Iniziamo con il dire che noi terziari francescani dell’Immacolata siamo contrari a che si spenda tanto denaro per nutrire uno squalo di questo genere. Ed uno senza vergogna, per giunta!
Iniziasse con lo spiegare come mai un vigile urbano, implicato nel commissariamento per Mafia del Comune di Caivano (NA – Gazzetta Ufficiale 25 luglio 2014), è divenuto titolare di immobili per il valore di Milioni di Euro e, dietro comando di manelli, ha osato dare lo sfratto a più di 80 frati e ad una intera popolosissima PARROCCHIA ROMANA. Per la chiesa parrocchiale dovette provvedere in tutta fretta il Vescovo locale. Ed è stato Papa Francesco a trovare una nuova casa per gli studenti Frati dell’Immacolata. Ogni volta che questo avvocato apre bocca fiumi di fango si riversano, insieme alla sua cattiva reputazione tra le difese dei criminali internazionali e lo scandalo del grande fratello, sull’intero Istituto Religioso F.I. Adesso basta. E’ ora di finirla.
Su Loredana Morandi
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